Ventisei Tombini A Vasto è un libro che mi ha da subito incuriosita, per la specificità del tema e per come viene sviluppato. In edizione limitata, ho avuto il piacere di leggere la copia numero 65 su 250.

Ventisei Tombini A Vasto è un’opera, un viaggio visivo che inizia con un breve saggio sulla storia di uno dei simboli della civiltà industriale urbana.
“Una delle presenze urbane apparentemente più trascurabili e invisibili, in metropoli, città, cittadine, paesi, borghi, è quella dei tombini (termine qui utilizzati però come sinonimo di chiusini), cioè di quelle aperture stradali in forma di cerchio o di quadrato metallico (ghisa) che fin dalla prima rivoluzione industriale segnano il passaggio da un tipo di civiltà a un’altra, una civiltà nella quale gli stessi rifiuti e gli stessi bisogni primari verranno invece canalizzati nel sottosuolo riducendo in maniera esponenziale la possibilità di contrarre malattie potenzialmente mortali.
I tombini, quindi, come soglie tra quanto accade in superficie nel visibile e quanto avviene nello spazio orripilante del sottosuolo invisibile, oppure di recente utilizzati quali installazioni artistiche, come nei lavori di Biancoshock…”.

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Scopro così che sono comparsi a metà dell’Ottocento e che in giapponese si chiamano manhorukaba, sono simboli di trasformazione sociale e sopra, sulla propria superficie metallica, contengono indicazioni con codici relativi i diversi usi di chiusura.
Che durante la Seconda Guerra Mondiale, causa la scarsità del metallo, venivano prodotti in legno. Ovviamente col tempo e il susseguirsi delle condizioni atmosferiche si andavano però deteriorando.

I tombini vissuti come sviluppo, ma anche come matrice per opere di artisti, arredo urbano, come simbolo di divisione tra il sopra e il sotto, tra ciò che viviamo e ciò che scartiamo o non vogliamo vedere… Francesco Zeppitelli in Ventisei Tombini A Vasto ne immortala 26, quante sono le lettere dell’alfabeto.

Questo è un tema sul quale, non avevo mai riflettuto, sono stati pubblicati libri e intorno al mondo dei tombini si è sviluppata Arte… in questo libro possiamo scoprirlo, averne le tracce, i riferimenti.
Non sono solo diversi pezzi di “pavimento cittadino” da calpestare… ma, come ogni cosa, possono essere mondi, aprire finestre della creatività, sviluppare e mostrare bellezza.
E a proposito di bellezza, la cagnolina meravigliosa sul primo tombino si chiama Bianca.
Buona lettura!
VENTISEI TOMBINI A VASTO – GRAPHE – 2025
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