Cara Francesca io e te siamo state vicine di casa, abbiamo conoscenze comuni eppure non ci conosciamo allora ti domando: chi è Francesca Fiorletta?
Oh, beh… Potrei raccontarti quello che faccio: attualmente sono un ufficio stampa, lavoro in editoria da qualche anno, ma leggo e scrivo da molto più tempo, direi dalla nascita. Mi sono occupata di critica letteraria, di poesia, e lo faccio ancora. Ho molti amici, una famiglia articolata, nessun animale domestico. Chi sono? Sarebbe bello rispondere: “Francesca Fiorletta è una trentenne che va a letto presto”.
Ti seguo su Instagram e guardando le tue foto mentre leggevo Borges non è mai esistito non potevo fare a meno di pensare ad Anna con la tua faccia! Quanta Francesca c’e’ nella tua protagonista?
C’è e non c’è. Nella tua recensione hai scritto una cosa molto bella, che mi permetto di citare: “Anna è in molte di noi, lo siamo state e alcune lo sono ancora. Anna è frutto di questi nostri tempi”. Ecco, direi che non saprei risponderti meglio!
Nel momento in cui esce un libro immagino che l’autore si senta felice ed emozionato, ma è tutto bello o …
Felice, emozionato, terrorizzato… Perché certamente c’è anche il risvolto negativo, il momento topico in cui inizi a porti le fatidiche domande: “il mio libro piacerà?” “verrà letto?” “non se lo filerà nessuno?” “lo odieranno?” “dovrò emigrare lontanissimo?” Ora esagero, ma comunque scrivere un libro inevitabilmente ti espone al giudizio degli altri, è un po’ come mettersi a nudo sulla pubblica piazza, e non è sempre facile farci i conti. Ma è un contraltare direi assolutamente sopportabile!
Anna, la protagonista di Borges non è mai esistito, ha avuto più di qualche difficoltà e delusione, giovane precaria del mondo della comunicazione come molti giovani in questo momento. Cosa vuoi dire alle tante Anna che leggeranno il tuo libro e magari non sono ottimiste e risolute come lei?
Sembra banale, ma di tenere duro. La stessa Anna a vent’anni è una studiosa di letteratura e a trenta lavora nel marketing; probabilmente, se immaginiamo che i personaggi possano vivere al di fuori e anche ben oltre i confini delle storie che decidiamo di raccontare, a quarant’anni potrebbe fare la commessa in un negozio di scarpe, e poi a cinquanta la perita botanica, non so… Viviamo in un mondo incredibilmente “fluido”, si dice così, giusto? E questo, pur con tutte le difficoltà del caso, non è necessariamente un male.
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Perché Borges?
Borges principalmente perché per me è uno dei vertici della letteratura mondiale di tutti i tempi! E poi perché era un visionario surreale ma anche incredibilmente lucido, netto, quasi chirurgico nella riflessione critica, filosofica e nella scrittura stessa.
In questo, mi sembrava che incarnasse bene la doppia valenza che volevo dare al testo: sì, ho scritto una storia se vuoi “leggera”, ma anche fortemente allegorica, con un tono volutamente giocoso, ma non esente da qualche stilettata anche feroce… Insomma, a buon intenditor!
Consiglia un libro di Borges a qualcuno che non ne ha mai letto uno.
Direi Finzioni, che è forse la sua più famosa raccolta di racconti, mi sembra l’ideale per iniziare ad approcciarsi al suo modo di scrivere e di intendere la vita, così simbolico, particolarissimo e universale insieme.
La tua scrittrice preferita?
Troppo difficile rispondere! Potrei dirti che amo molto Marguerite Duras, Alessandra Sarchi, Margaret Atwood; ma anche Natalia Ginzburg, Doris Lessing, Virginia Wolf… Per non parlare di Mary Shelley, che ha scritto quel capolavoro assoluto che è Frankenstein. Le donne in letteratura sono la mia vera passione, ora lo confesso.
Qual è il classico più sopravvalutato di tutti i tempi secondo te?
La Bibbia? No, scherzo. Non lo so, è difficile dire cosa è “sopravvalutato” in generale, nel senso che poi ciascuno fa le proprie valutazioni, che secondo me sono sempre abbastanza insindacabili. Ma se un libro ha attraversato i secoli ed è diventato un “classico”, c’è sempre una ragione.
Il libro che avresti voluto scrivere?
Non ho dubbi, Piccole donne. Oltre all’incredibile valore politico che può aver assunto in quegli anni, ti dico in tutta franchezza che con molte amiche ancora ci chiamiamo coi nomi delle sorelle March! Quale scrittrice o comunque quale ragazza che oggi scrive un libro non viene da un’infanzia in cui si è sentita fisicamente Jo? E soprattutto, è un libro che va oltre l’amore per la letteratura in sé, un libro che, per usare un’espressione abusata e forse orrenda, arriva a tutti.
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Il protagonista di un libro di cui ti sei innamorata?
Ah ah! Se parliamo d’amore erotico, L’amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence ha segnato il mio “battesimo del fuoco”, diciamo così. Ma ero molto molto giovane! Poi ricordo d’essermi presa una cotta per il marinaio Marlow di Cuore di Tenebra di Conrad, da cui volevo imparare ogni cosa, e per il povero Drogo de Il deserto dei tartari di Buzzati, che volevo salvare dall’inedia; ecco, ricordo che sognavo un giorno d’essere amata disperatamente come faceva Fabrizio del Dongo ne La certosa di Parma di Stendhal.
Tornando a Borges non è mai esistito, quanto hai impiegato a scriverlo?
Pochissimo tempo, in realtà. Forse una prima stesura l’ho buttata giù in un paio di settimane, poi qualche aggiustamento in un altro paio. Ed è stato tutto molto rapido, l’ho mandato in lettura a qualcuno di fiducia, subito i ragazzi de L’Erudita m’hanno contattata e sottoposto il contratto, l’ho firmato, e nel giro di qualche mese eccoci qua. Non sono una che sta tanto a rimuginare sulle cose, diciamo!
Chi ha scelto la copertina?
La casa editrice, come anche il titolo, e non ti nascondo che c’è stata “sofferenza” in quelle ore! Ma, come dicevamo all’inizio, lavorando io già in quest’ambiente sono un po’ avvantaggiata, nel senso che capisco anche quando è bene che l’autore si fidi e si affidi a chi ha le competenze per occuparsi del suo libro in tutti i vari aspetti. Quindi oggi sono molto contenta!
Cosa ti aspetti da questo libro?
Non lo so, sai? Spero intanto che venga letto, e ovviamente anche apprezzato, insomma che cresca, che faccia la sua strada, come i bambini quando iniziano ad andare a scuola, a uscire con gli amichetti da soli il pomeriggio… Sei preoccupato, hai tutto l’istinto di protezione del mondo, ma sotto sotto sei convinto che in un modo o nell’altro se la sapranno cavare da soli.
I tuoi progetti per il 2018
Moltissimi, e tutti lavorativi per il momento. Curerò nuove uscite editoriali, festival, fiere, sono molto proiettata e carica per il 2018. E poi spero di andare in vacanza e riposarmi, spegnere il telefono, stare con le persone a cui voglio bene, leggere per piacere personale, e magari, chissà, iniziare una nuova storia.
BORGES NON E’ MAI ESISTITO – L’ERUDITA -2017
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