Il Grande Romanzo Della Roma, scritto da Tonino Cagnucci, è molto più di una semplice cronaca sportiva. È un atto d’amore viscerale, una dichiarazione appassionata che celebra la squadra giallorossa in tutta la sua gloria, sofferenza e poesia.
Il libro si presenta come un viaggio letterario e sentimentale attraverso la storia dell’AS Roma, ma soprattutto attraverso il cuore pulsante dei suoi tifosi. È il racconto di un’epopea che travalica il campo da gioco per diventare un pezzo di vita, di cultura popolare, di romanità pura.
In Il Grande Romanzo Della Roma ripercorriamo la secolare storia della squadra giallorossa con l’aggiunta di una prefazione di eccezione, quella di Valerio Mastandrea.
Cagnucci, giornalista e scrittore, noto per il suo stile evocativo e lirico, riesce nell’impresa di trasformare decenni di partite, gol, lacrime e trionfi in un romanzo corale, in cui i protagonisti sono sì i grandi nomi che hanno vestito la maglia (da Totti a Falcao, da Di Bartolomei a Bruno Conti), ma anche e soprattutto i volti anonimi della Curva Sud, gli innamorati di una squadra che spesso ha dato più dolore che gioia, ma sempre con un’intensità totalizzante.
Il libro si snoda in modo non cronologico, abbracciando un flusso narrativo quasi onirico, fatto di ricordi, emozioni e aneddoti. La Roma viene narrata come fosse un personaggio mitico, capace di incarnare la bellezza e il dramma della vita stessa. In questo, l’autore attinge a una narrazione che non è solo sportiva ma letteraria, con evidenti richiami alla tradizione del romanzo epico, alla poesia urbana, e a un certo realismo magico tipicamente romano.
Un elemento particolarmente riuscito del libro è la capacità di mescolare la grande storia del club con la piccola storia personale dei tifosi. Cagnucci non racconta solo le finali di Coppa o gli scudetti mancati, ma anche le domeniche d’inverno passate allo stadio con il padre, le radioline accese durante le gite scolastiche, i cori che diventano nenie d’infanzia. La Roma, in queste pagine, non è solo una squadra: è un’eredità, una religione laica, un linguaggio comune che unisce intere generazioni.
La scrittura è densamente poetica, ricca di immagini e metafore, e questo potrebbe non piacere a chi si aspetta una narrazione più lineare o documentaristica. Ma per chi è pronto a lasciarsi trasportare da questo flusso emotivo, Il Grande Romanzo Della Roma offre pagine di altissimo coinvolgimento emotivo, capaci di toccare corde profonde anche in chi non è romanista. La passione è infatti universale, e il modo in cui Cagnucci la racconta è talmente umano da risultare riconoscibile a chiunque abbia mai amato una squadra, una città o un’idea.
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Un altro merito del libro è la sua capacità di restituire la voce e il sentimento di una città. Roma, con la sua bellezza decadente, il suo sarcasmo affettuoso, il suo eterno oscillare tra grandezza e rovina, è la vera protagonista di questo romanzo. La squadra e la città si rispecchiano, si specchiano l’una nell’altra, si alimentano a vicenda, in un gioco continuo di rimandi. La Roma è Roma, e Roma è la Roma.
In conclusione, Il Grande Romanzo Della Roma è una lettura obbligata non solo per i tifosi giallorossi, ma per chiunque voglia capire cosa significhi veramente appartenere a qualcosa. È un libro che parla di calcio, sì, ma anche di identità, memoria, amore e resistenza. Tonino Cagnucci ha scritto una lettera d’amore infinita, intensa, struggente, a una squadra che rappresenta molto più che undici giocatori in campo. Ha scritto il romanzo di una fede. E in tempi in cui tutto è consumo rapido e dimenticanza, questo tipo di fedeltà raccontata con tanta intensità è una boccata d’aria pura.
IL GRANDE ROMANZO DELLA ROMA – NEWTON COMPTON – 2024
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