Recensione di Il Grande Libro Della Psichedelia – M. Guarnaccia

Recensione di Il Grande Libro Della Psichedelia – M. Guarnaccia

Il Grande Libro Della Psichedelia stupisce già dalla copertina ideata dal creativo Matteo Guarnaccia. Un mix di rosso frammentato che suggerisce: aprimi e leggimi.

Ti tenta insomma, come farebbe un amico che ha appena provato qualcosa di proibito, ma buonissimo.

Il Grande Libro Della Psichedelia inizia il suo racconto surreale ma con i piedi per terra agli sgoccioli dell’ottocento. Quando ancora dio era qualcosa di astratto e decifrabile a modo proprio. E non un motivo costante di lite tra religione e scienza.

Si poteva dare adito alle proprie sensazioni sprofondando in se stessi, senza attingere per forza alla meditazione o allo sviscerare dei fatti accaduti in un preciso momento. Magari sotto l’effetto di una droga. TIpo la mescalina, estratta dal peyote, che in Germania attorno agli anni venti del ventesimo secolo era già dentro una boccetta, pronta per essere assunta per via orale o endovena.

In Il Grande Libro Della Psichedelia sembrerebbe partire tutto dal peyote, ma non è così, perché altre droghe come la cocaina, l’hashish e l’eroina erano già in circolo nei salotti più adatti, in quelli trasgressivi o in quelli semplicemente annoiati.

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Molto invece parte dalla Germania (riferendosi alla mescalina):

“la Germania, dall’eta guglielmina, a quella weimeriana, dal Terzo Reich sino alla catastrofe del secondo conflitto mondiale, diventerà il centro principale degli studi sulla sostanza (e su molte altre, dall’eroina alle anfetamine al MDMA, brevettato nel 1912 e lasciato a prender polvere negli scaffali fino agli anni Ottanta, quando riemergerà inaspettatamente con il nome di ecstasy).”

Ovviamente trattandosi di agenti che interagiscono con la psiche si può attraversare una distorsione della realtà che può terminare solo con un brutto viaggio oppure proseguire in una paranoia infinita.

E così si muove la psichedelia nel tempo senza un vero senso logico. Puntando risultati incredibili verso nuovi mondi fantastici e inesplorati, ma all’improvviso deplorando la missione e scadendo nel bieco meno mistico possibile.

Il Grande Libro Della Psichedelia prosegue nefasto verso la seconda guerra mondiale con gli scienziati pazzi pieni di potere e di cavie su cui sperimentare. Per poi rinascere con Albert Hoffmann, sempre durante la guerra mondiale, e con quell’LSD che cambierà per sempre la storia della psichedelia e dei suoi psiconauti. Gente pronta a tutto per un viaggio introspettivo al punto giusto.

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Da lì in poi si viaggia su nuove onde cerebrali protese al suono più puro. E alla creatività più espansa.

Nuove orde di persone si accorgono che il mondo si può colorare a proprio piacimento. Sostenitori più o meno assidui si gettano nella psichedelia più disparata. E creano nuove strade per indagare se stessi e tutto il creato.

Siamo agli anni sessanta quando la psichedelia diventa una regina e si accomoda sul trono del divertimento e della percezione del sé più nascosto. Le produzioni si evolvono con la trascendenza e non solo i campi notoriamente artistici ne traggono vantaggio. Ogni aspetto della vita umana ne è travolto. Comprese quelle persone che neppure sanno che da qualche parte in un mondo lontano si sta svolgendo un’imponente rivoluzione spirituale.

Il Grande Libro Della Psichedelia è ‘arredato’ con numerosissimi reperti storici fotografici e da collage e creazioni di Matteo Guarnaccia che rendono la lettura, un’esperienza ancora più lisergica e travolgente.

IL GRANDE LIBRO DELLA PSICHEDELIA – HOEPLI – 2017

 

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