Senza Diritto Di Cittadinanza – Intervista Silvano Gianti


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Silvano Gianti, l’autore di Senza Diritto di Cittadinanza ci concede una preziosa intervista.

Il tuo libro Senza diritto di cittadinanza, tra cronaca e autobiografia, racconta le storie di alcuni invisibili, emarginati dalla società. 

Come hai sviluppato la super-vista per queste persone? 

Sono una persona estremamente curiosa, fin da piccolo andavo a cacciare il naso dappertutto. E’ stato così che ho scoperto un mondo molto diverso da quello che era il mio. E così me ne sono interessato ed entusiasmato.

 

Il tuo alto livello di empatia lo hai coltivato o ci sei nato? 

Ma direi un po’ tutti e due. Certamente crescendo è cresciuto con me.

 

In che contesto familiare/culturale sei cresciuto?

Famiglia di operai, pochi soldi. Pochi capricci. Ma dai genitori sono sempre stato sostenuto nell’attenzione alle persone con difficoltà. Loro per primi non si tiravano mai indietro davanti a coloro che domandavano aiuto. E questo per me era sempre motivo di stupore.

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In  cosa credi e come incastoni le ingiustizie sociali e le differenze che ci sono nel mondo nel tuo credo? 

Sono un credente e il mio credo è in un Dio che è amore. Puro amore. Che mi ha salvato morendo in croce. E sulla croce ha raccolto il dolore di tutta l’umanità. Le ingiustizie e le differenze che sono nel mondo sono per me un motivo per non stare tranquillo in poltrona, ma un invito a darmi da fare. Niente è piccolo, inutile, senza senso se si fa per un uomo o una donna che porge la mano.

 

Come e se senti mutato l’approccio verso le periferie esistenziali dal papato di Benedetto XVI a quello attuale di Papa Francesco?

E’ cambiato nella sostanza, ma un papa non può che mettere al centro il Vangelo, e il Vangelo è scritto per i poveri. Papa Francesco ha portato chi vive nelle periferie esistenziali al centro del suo ministero. Non passa giorno che non parla di chi vive nella difficoltà, nell’ indifferenza. E le periferie esistenziali sono si aree geografiche delle città, ma ancor più dure sono le periferie dell’esistenza delle persone, che magari vivono al centro, ma soffrono le mille contraddizioni di una vita dura, cruda, difficile da sopportare affrontare e vivere.

 

Dal tuo libro si percepisce la devastante semplicità con la quale dall’ essere ben inserito socialmente, ad ogni livello, si possa arrivare con tutta velocità ad essere emarginati. Davvero è così e quale meccanismo può accelerare questo processo?

Vedi ho conosciuto persone che erano responsabili di lavori, di programmi, di progetti per la società. Poi per una piccola, ma piccola distrazione si sono trovate ai margini. Quale il meccanismo, è difficile individuarlo, ma certamente sono tanti i fattori che ti portano a cambiare improvvisamente il tuo stato. Pensa solamente alle dipendenze dai video giochi, dalla droga, da mille insidie che ogni giorno possono colpirti in un momento magari in cui sei più debole. E se non stai attento ne diventi prigioniero.

 

Quali sono le prime tre cose che dovrebbero cambiare socialmente in Italia e nel mondo per stare tutti un po’ meglio?

Direi dobbiamo diventare esperti di umanità, con l’essere più attenti alle persone che ci passano accanto ogni giorno. Non fare mai differenza di  razza, cultura, religione. Essere cosciente che ogni uomo è mio fratello, ogni persona è un valore e da ogni persona posso ricevere una ricchezza infinita di umanità, di lezione di vita. Si posso e devo dare anche tutto di me, ma l’esperienza mi insegna che finora è sempre stato molto di più quello che ho ricevuto, di quello che ho dato.

 

Cosa ne pensi della recente elezione di Donald Trump? Inciderà culturalmente e socialmente su tutto il mondo come si teme? 

Certamente è una scommessa tutta da scoprire. Circa l’incidenza della sua politica nel mondo è un qualcosa che un po’ mi preoccupa, ma è presto per valutare finora abbiamo conosciuto slogan, frasi ad effetto. Dobbiamo aspettare per capire e giudicare.

 

La tua visione del “problema” migranti?

E’ un problema serio. Non possiamo voltarci dall’altra parte. Non possiamo sottovalutarlo. Questo esodo dal sud del mondo è qualcosa che non deve lasciarci in pace. I morti in mare sono delle tragedie umanitarie enormi. Penso che fin quando non capiremo che il mondo, la terra è di tutti e tutti hanno diritto a stare su questo mondo non succederà nulla. L’Europa come altri continenti non possono chiudere le frontiere. Papa Francesco lo dice in tutti i modi: i muri dividono, i ponti uniscono. Perché tutta questa paura dell’altro? Perché negare l’accoglienza? Perché questo egoismo che imbruttisce la nostra umanità?

 

Come si scuote l’indifferenza?

Con una buona dose di coraggio, cominciando a cambiare il divano con un paio di scarpe che ci aiutino a camminare su strade mai percorse prima, su strade che possono aprire nuovi orizzonti. Dobbiamo andare per le strade seguendo la pazzia del Cristo che ci insegna a incontrarlo nell’affamato, nell’assetato, nel malato, nel povero, nel migrante come nel vicino di casa che è solo. Facendo della nostra vita un dono a chi incontriamo. Penso sia una buona ricetta per scuotere la nostra indifferenza. Ti pare?

 

Molto di ciò che si fa per chi è ai margini della società viene fatto dai volontari o è solo una percezione?

No no è verissimo: c’è un vero popolo di volontari di t utte le età. Un esercito prezioso, sempre attento sempre pronto sempre capace a risolvere ogni situazione. E questo è una delle tante bellezze e ricchezze della nostra Italia.

 

Il “diritto” alla cittadinanza è più una questione del Governo, giuridica, etica o umana, del cuore?

Direi di cuore. Si accoglie, si ospita, si aiuta prima col cuore. La cittadinanza verso un altro deve partire sempre da dentro di me stesso. Ti butti e ti sbatti perché l’altro stia bene. Poi la cittadinanza giuridica può venire o meno. Ma sono io per primo che devo offrire la cittadinanza, quella fatta dalla reciprocità, dalla condivisione da qualcosa che posso dare solo io per far sentire questa persona a casa sua.

  

Se potessi rinascere oggi in che Paese vorresti ritrovarti? 

Ma sinceramente mi andrebbe bene qualsiasi Paese, purché sia possibile fare qualcosa per chi mi passa accanto.

 

Stai già pensando alla stesura di un altro libro?

Veramente qualche idea ce l’avrei, ma aspettiamo dai.

 

SENZA DIRITTO DI CITTADINANZA – CITTA’ NUOVA – 2016


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