Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? di Valentino Ronchi – Recensione


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Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? è un libro di poesia moderna, caratterizzato da immagini, esperienze, un occhio al passato… un linguaggio schietto e diretto.

E tu, cos’hai da dirmi di te? Fai il duro

il romantico il poeta il suonatore lo scappato

di casa incompreso, il taciturno il calciatore

ma ti passerà, forse, col tempo. Scoprirai

gli strafalcioni nascosti nei migliori

pensieri, nella voglia stretta nei pantaloni,

come allo sfalcio del glicine si scopre

un passaggio in giardino, una porta

impensata su una terrazza. E cercherai

intorno, affannato, qualcuno cui chiedere

scusa. E amerai ancora, ma più piano,

con una specie di parsimonia, una dolente

ritrosia, a ben volerla nominare un’armonia,

un tocco d’eleganza, impensabile impensato,

a guardarti qui, ora come ora”.

In Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? c’è la vita, ci sono i luoghi, fisici (come Milano) e dell’anima, ci sono ricordi, immagini, finocchi selvatici e grida di cinghiali, campi di calcio innaffiati la sera, c’è la famiglia, quattro alberi e sei panchine…

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La scuola di musica un giorno è atterrata

quaggiù, senza fare rumore senza destare

scalpore. SI tratta di un villino a due piani

i pavimenti in legno e i corrimani d’ottone

violini che provano studietti e tromboni

e pianoforti incastrati sulle scale, soffitti alti

altissime le note, oltre quanto puoi leggere

e vedere. Nel sottoscala, strumenti un quarto

e un mezzo a noleggio per piccoli principianti

impettiti futuri musicisti di famiglia o per chi

nella vita, almeno una volta, vuol provarci

a provare”.

In Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? importanti sono i ricordi, ciò che è stato, il passato che si è sedimentato e che con grazia ed eleganza ci viene regalato…

Bisognava rispondere Europa-Europa!,
al telefono, e si vinceva non so quanti milioni.
All’incirca a mezzogiorno. Squillavano
i telefoni nelle vecchie case, finivano

gli anni Ottanta, erano giovani le vecchie zie
a tavola le famiglie, sui balconi i gatti
sui tetti d’amianto i palloni. Non era mai
la fortuna, però a squillare, non era Frizzi,
era qualche cugino buontempone a chiamare,
calcolando il tempo, implacabile, preciso. E
arrossivi di aver risposto Europa-Europa!,
averci creduto, e lo mandavi a quel paese.
Ma fuori era sempre primavera, un’eterna
primavera affossata e diffusa, i giardini
misteriosi, le fabbriche piene, ghiacciolini
al tamarindo agl’oratori. Il mondo cominciava
così: la speranza ovunque, su qualsiasi cosa,
un vaffanculo fra i denti, e un grande implacabile
sole sia dentro che fuori le finestre aperte
leggermente profumate da un passaggio
accorto di Vetril
.

Questo libro è per gli amanti della poesia, della vita, della nostalgia, delle belle parole che inanellandosi ci mostrano immagini che ci appartengono.

Buona lettura!

MA TU L’HAI LETTO IL GIOVANE HOLDEN? – GRAPHE – 2024

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