Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? è un libro di poesia moderna, caratterizzato da immagini, esperienze, un occhio al passato… un linguaggio schietto e diretto.
“E tu, cos’hai da dirmi di te? Fai il duro
il romantico il poeta il suonatore lo scappato
di casa incompreso, il taciturno il calciatore
ma ti passerà, forse, col tempo. Scoprirai
gli strafalcioni nascosti nei migliori
pensieri, nella voglia stretta nei pantaloni,
come allo sfalcio del glicine si scopre
un passaggio in giardino, una porta
impensata su una terrazza. E cercherai
intorno, affannato, qualcuno cui chiedere
scusa. E amerai ancora, ma più piano,
con una specie di parsimonia, una dolente
ritrosia, a ben volerla nominare un’armonia,
un tocco d’eleganza, impensabile impensato,
a guardarti qui, ora come ora”.
In Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? c’è la vita, ci sono i luoghi, fisici (come Milano) e dell’anima, ci sono ricordi, immagini, finocchi selvatici e grida di cinghiali, campi di calcio innaffiati la sera, c’è la famiglia, quattro alberi e sei panchine…
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“La scuola di musica un giorno è atterrata
quaggiù, senza fare rumore senza destare
scalpore. SI tratta di un villino a due piani
i pavimenti in legno e i corrimani d’ottone
violini che provano studietti e tromboni
e pianoforti incastrati sulle scale, soffitti alti
altissime le note, oltre quanto puoi leggere
e vedere. Nel sottoscala, strumenti un quarto
e un mezzo a noleggio per piccoli principianti
impettiti futuri musicisti di famiglia o per chi
nella vita, almeno una volta, vuol provarci
a provare”.
In Ma Tu L’Hai Letto “Il Giovane Holden”? importanti sono i ricordi, ciò che è stato, il passato che si è sedimentato e che con grazia ed eleganza ci viene regalato…
“Bisognava rispondere Europa-Europa!,
al telefono, e si vinceva non so quanti milioni.
All’incirca a mezzogiorno. Squillavano
i telefoni nelle vecchie case, finivano
gli anni Ottanta, erano giovani le vecchie zie
a tavola le famiglie, sui balconi i gatti
sui tetti d’amianto i palloni. Non era mai
la fortuna, però a squillare, non era Frizzi,
era qualche cugino buontempone a chiamare,
calcolando il tempo, implacabile, preciso. E
arrossivi di aver risposto Europa-Europa!,
averci creduto, e lo mandavi a quel paese.
Ma fuori era sempre primavera, un’eterna
primavera affossata e diffusa, i giardini
misteriosi, le fabbriche piene, ghiacciolini
al tamarindo agl’oratori. Il mondo cominciava
così: la speranza ovunque, su qualsiasi cosa,
un vaffanculo fra i denti, e un grande implacabile
sole sia dentro che fuori le finestre aperte
leggermente profumate da un passaggio
accorto di Vetril“.
Questo libro è per gli amanti della poesia, della vita, della nostalgia, delle belle parole che inanellandosi ci mostrano immagini che ci appartengono.
Buona lettura!
MA TU L’HAI LETTO IL GIOVANE HOLDEN? – GRAPHE – 2024
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