Recensione di Bruciare La Frontiera – Carlo Greppi

Recensione di Bruciare La Frontiera – Carlo Greppi

Bruciare La Frontiera è un titolo altamente evocativo. I confini sia quelli fisici che quelli mentali rappresentano un limite. Una chiusura imposta da pochi che fa male a molti. A moltissimi.

E’ questo il leitmotiv di Bruciare La Frontiera, dove le storie di molti ragazzi si sfiorano fino a toccarsi, ma restando lontane nei motivi dei loro approdi in quei confini italiani, sinonimi di morte e vita a seconda dei casi e della riuscita dei piani.

Significativo è il discorso sui cippi che stanno lì perché li ha messi qualcuno, ma non la natura della nostra Terra che mai confini ha creato in nessuna parte.

Ab e Céline vivono un amore da una distanza di milleduecentonovantasei chilometri. Un giorno Ab decide che è il momento di dire basta alla lontananza e si mette sulla strada del confine italo-francese. Incontrerà una montagna di difficoltà. Verrà scoraggiato dai racconti di morte, dalle prigioni improvvisate, ma non si fermerà mai. D’altro canto anche Cèline dal suo lato del confine, quello francese, non starà mica ferma. Le tenteranno tutte per tornare insieme.

Ci riusciranno? Lo scoprirete solo leggendo Bruciare La Frontiera. Perché, storie simili, a leggerle sui giornali, e a sentire le storie che girano intorno a Ventimiglia e agli altri ‘confini caldi’, beh, la risposta sembrerebbe piuttosto scontata.

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Fra e Kappa, e tutti gli amici che gli orbitano intorno, non arrivano sul confine italiano per il desiderio di oltrepassarlo, ma per il bisogno di sistemare una questione che viene dal passato. Quando Fra era invece chiamato Franceschino e quei confini che oggi sembrerebbero più docili (ma in realtà non lo sono affatto) invece ieri vivevano di migrazioni disperate nei racconti del nonno.

Oltre il confine c’è il sentimento di libertà. Chiuso nel confine c’è quel viaggiatore che non riesce a stare al passo coi controlli e con le richieste dei vari limiti che gli s’impongono davanti. Perché dobbiamo avere delle barriere per forza? In questa domanda è racchiusa anche un’altra domanda: perché l’ignoranza vince sempre sull’educazione?

In una parola sola, migrante, è racchiusa tutta la storia dei confini.

Perché è ai migranti che pesano quei limiti e perché vorrebbero che la vita fosse sempre al passo col desiderio di esplorare nuovi mondi per migliorare se stessi. Per gli altri invece, per quelli che non provano questo impulso, i confini sono solo il mostrare un lasciapassare. E niente più. E probabilmente neanche immaginano il disastro che ogni giorno va in scena in quella sottile scia di terra che non appartiene a nessuno. Neppure a quelli che al di là rappresentano la legge e non vogliono qualcuno di sgradito. Male accetto a priori. Come quelle feste private, dove entri solo se conosci e magari sono esclusive ma di una noia mortale. Già, e tu non puoi entrare, ma magari, con un lasciapassare del buttafuori, tu sapresti come farli divertire.

BRUCIARE LA FRONTIERA – FELTRINELLI – 2018

 

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