La Meta Più Bella Della Storia, una citazione:
“Gli inglesi giocano a rugby perché lo hanno inventato; gli irlandesi perché odiano gli inglesi e adorano le risse, gli scozzesi perché sono i nemici storici degli inglesi mentre i gallesi hanno un vantaggio su tutti gli altri: ognuno di loro è nato su un campo di rugby o vi è stato concepito”
La Meta Più Bella Della Storia è un viaggio dentro il mito del rugby, quel Galles degli anni Settanta che era un concentrato di puro talento e irresistibile umanità.
Il rugby sarà̀ pure nato in Inghilterra, cresciuto in Australia, fortificato in Sud Africa, eccitato in Francia, sublimato in Nuova Zelanda, si sarà̀ abbronzato a Figi, Samoa e Tonga, ma è e rimarrà̀ sempre LO sport del Galles.
Il Galles ha una superficie inferiore a quella della Lombardia e una popolazione inferiore a quella della città metropolitana di Milano. Densità scarsa di abitanti, concentrazione altissima di rugbisti.
Qui la vera Nazionale è quella di rugby, e al confronto le altre – calcio compreso – svaniscono.
Sabato 27 gennaio 1973. Cardiff, Arms Park. Barbarians contro All Blacks.
Gli eroi nazionali sono gli idoli del rugby: Gareth Edwards – che in quell’incontro segnò quella che venne definita come «la meta più bella della Storia» – e i suoi compagni, JPR Williams, Barry John, l’arbitro Nigel Owens come Concetto Lo Bello.
La meta più bella mai vista da uno spettatore: trenta secondi, sei passaggi.
Nata da un’ispirazione o forse da una follia. Da un’intuizione o forse da un’incoscienza. Un’improvvisazione sublime, un estro erboso.
Ogni volta che una squadra gallese gioca, è come se uscisse da un cunicolo, venisse alla luce risalendo da una miniera: un’ascesa, o meglio, un’ascensione.
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Ogni giorno in cui il Galles gioca è il Giubileo. Echeggiano i canti. Le chiese come stadi, gli stadi come chiese.
Se esiste una filosofia del rugby, i Barbarians sono divertimento, libertà, fantasia. Sono acrobazie, gioia, spettacolo sempre nel solco del rispetto e dell’amore per il gioco.
La Meta Più Bella Della Storia è un viaggio dentro la leggenda del rugby, attraverso il racconto dei club di culto e non, dei campioni, dei tifosi, delle mete segnate e delle azioni fallite.
Un libro dedicato a tutti gli appassionati di rugby e anche a chi è attratto dalle grandi storie di abnegazione, coraggio, gioia che solo lo sport può dare.
La Meta Più Bella Della Storia ci racconta moltissimo di un popolo che parla una lingua ai più incomprensibile, una terra di pascoli, di bardi e di miniere di carbone, tessere di un puzzle che compongono la storia millenario di un popolo fiero, aduso a fatica e privazioni ma intensamente vitale.
Marco Pastonesi, nato a Genova nel 1954, ex giocatore di rugby di serie A e B, ha lavorato per ventiquattro anni alla “Gazzetta dello sport”.
Al ciclismo e al rugby, sue grandi passioni, ha dedicato diversi titoli, sempre da un’angolazione originale e con una scrittura avvolgente e intima, quella che si riserva ai vecchi amici.
Qui ci confida episodi, epica e disgrazie, gli splendori e le miserie dello sport più nobile del mondo.
In Galles, più che uno sport, un modo di vita.
LA META PIU’ BELLA DELLA STORIA – BALDINI E CASTOLDI – 2021
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