Anna è preoccupata, pare sia successo qualcosa nel suo mondo.
Sembra provenga dal nord Europa, la rivoluzione della civiltà umana. I bambini sono anche i grandi perché i grandi non ci sono più, spazzati via da un male misterioso.
Anna deve crescere Astor, ma deve anche pensare a dare un senso alla sua prossima pubertà.
Scoprirà l’amore, affogherà nei ricordi, percorrerà a piedi una Sicilia desolata, confusa dall’assenza dei comuni mezzi di sostentamento e sporca, perché i bambini e l’ordine sono due cose distinte e inavvicinabili.
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Un cane prima nemico e poi fido amico la aiuterà ad affrontare l’imprevedibile stato di necessità tra cibo scarso, corrente elettrica cessata e la comparsa fulminea di bande di bambini alla ricerca di un modo qualunque per riempire la giornata.
Personaggi surreali sono all’ordine del giorno per i piccoli abitanti del nuovo e sconvolto entroterra siciliano.
Si dice che oltre lo Stretto, nella penisola, ancora ci sia una possibilità per non soccombere, si dice anche che metodi magici permettano di sconfiggere il male che affligge gli adulti, ma i racconti si pitturano di leggenda quando a fatti concreti nessuno sa esattamente quello che salverà l’umanità dall’estinzione.
In Anna, Ammaniti sfrutta al massimo l’empatia per bambini, cani, amore e morte e li blinda in un mondo perfetto e decadente come solo i grandi scrittori sanno fare.
L’atmosfera è cupa, ma anche ingenua come l’infanzia. Sensazioni contrastati si mischiano dalla prima pagina sul bene o sul male che un bambino può fare a un proprio coetaneo o a uno, perché no, più piccolo di lui. Perché un bambino senza un genitore che gli insegni la bontà di questo mondo, può tranquillamente sfogare la cattiveria animale insita in ognuno di noi. Ed è questo che succede in Anna. Capitolo dopo capitolo, gli scenari surreali e credibili, faranno da corollario a una storia appassionante e come sempre ben scritta.
ANNA – EINAUDI – 2015
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