Il Battaglione Sacro di James Romm – Recensione


Il Battaglione Sacro Recensioni

Il Battaglione Sacro, una citazione:

“Il mio interesse, focalizzato su Tebe e il suo Battaglione sacro, è animato dalla sensazione che le storie meno note sono quelle che vanno raccontate di più, soprattutto quando – come nel caso di Tebe – i protagonisti non avevano storici dalla loro parte.”

Il Battaglione Sacro ci accompagna avventurosamente negli ultimi decenni di libertà dell’antica Grecia fino alla distruzione di Tebe da parte di Alessandro Magno.

E, allo stesso tempo, ci fa scoprire la saga del più grande corpo militare dell’epoca, il battaglione sacro: un reparto d’élite di 300 uomini reclutati tra coppie di amanti che rimase imbattuto per quarant’anni.

Nella mente ellenica, i gruppi di 300 uomini incarnavano una speciale coesione e forza reciproca.

James Romm mette in luce un momento caotico della storia antica: decenni segnati da battaglie, dispute ideologiche e scontri tra imperi, regni e città, dall’ascesa di uomini forti senza scrupoli e da donne coraggiose.

In gioco c’erano la libertà, la democrazia e il destino di Tebe, all’epoca la principale potenza del mondo greco.

Se ne “Il fantasma sul trono” Romm ci aveva raccontato il destino dell’Impero macedone dopo la morte di Alessandro Magno, ora ci porta a poco prima dell’avventura del famoso condottiero, quando la Grecia combatte per l’ultima volta per la propria libertà.

Grazie a questo libro straordinario, avvincente ed erudito insieme, ci ritroviamo immersi in un grande affresco storico difficile da dimenticare.

Una delle storie più affascinanti e meno note del mondo antico.

Legato da amore, virtù e valore, il battaglione sacro tebano ha combattuto per la democrazia in un’epoca cruciale della storia.

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James Romm è professore di Lettere classiche al Bard College di Annandale-on-Hudson. Studioso di cultura e civiltà dell’antichità greco e romana, vive nella valle dell’Hudson con la moglie, l’artista Tanya Marcuse.

La storia inizia nel 379 a.C., con un gruppo di patrioti tebani che si intrufola nella Tebe occupata.

Travestiti in abiti femminili, uccidono i rappresentanti di Sparta, lo Stato che aveva soggiogato gran parte della Grecia con la sua potenza militare.

Per contrastare gli Spartani, questo gruppo di patrioti formerà il Battaglione sacro, un corpo la cui storia si svolge sullo sfondo della democrazia tebana, delle lotte di potere tra le principali città-stato e della nuova importanza dell’eros, l’amore sessuale, nella vita pubblica greca.

Il Battaglione era una chiara risposta tebana ai valori spartani: invece della politica del potere oligarchico e del culto dello Stato, il battaglione si affidava ad una tradizione che considerava l’eros maschile un legame privilegiato e durevole.

Quando combattevano insieme, entrambi gli uomini diventavano più coraggiosi di quanto non sarebbero stati da soli, spronando a vicenda il proprio thymos, quella parte dell’anima che aspira ad ottenere onore, vittoria e giustizia.

Eros e thymos, fusi insieme, rendevano le 150 coppie di soldati un’unica, letale macchina bellica.

Dopo quattro decenni senza sconfitte, il Battaglione sacro fu sterminato dalle forze di Filippo II di Macedonia e di suo figlio Alessandro nella battaglia di Cheronea, estinguendo la libertà greca per duemila anni.

Cheronea contiene in sé gli elementi che saranno tipici della tattica macedone alla base delle vittorie di Alessandro Magno, ovvero la collaborazione tra fanteria e cavalleria come armi combinate.

Sepolte lì sul campo di battaglia dove erano caduti, le spoglie dei componenti del Battaglione furono riscoperte solo nel 1880 – alcuni scheletri ancora in coppia, con le braccia unite al gomito, per restituire nella morte il legame che avevano in vita

I corpi erano disposti in file strette, come in formazione di falange.

In quel modo potevano ancora “stare” insieme, come erano stati insieme in battaglia. Fino alla fine.

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