La Cucina Delle Monache è l’estensione letteraria del seguitissimo programma omonimo in onda su Food Network.
Quando pensiamo ai monasteri ci vengono in mente subito le tradizioni con il tempo che si ferma in abitudini radicate nella cultura locale del posto. E così anche per quanto riguarda il Monastero delle Benedettine di Sant’Anna che si rende custode di tanti segreti e tra essi anche quelli culinari.
In La Cucina Delle Monache ritroviamo i piatti che fanno della nostra nazione un vanto nel mondo e ne scopriamo altri alcuni con una vena di creatività aggiunta e altri che tornano dal passato per stupirci con qualche tocco di novità.
Conosciamo, grazie alla trasmissione in tv su Food Network (la trovi cliccando QUI), Madre Noemi, suor Myriam, suor Debora e suor Eleonora e nel libro ne vediamo nero su bianco i risultati della loro passione che parte già dall’orto del monastero per approdare in cucina con una maestria data dall’estro e dall’esperienza dei tanti pasti comuni.
“Poi alle 12:15, con il canto dell’Angelus e l’ora sesta, si interrompe il lavoro: è il momento del pasto, che si svolge in silenzio, tranne durante le domeniche e le feste.”
Quindi non c’è spettacolarizzazione nonostante la tv e/o il libro bensì la fede resta il primo credo e con lei tutto quello che di austero e predicativo ne viene e conviene. Ne esce un ricettario asciutto e sincero che di tanto in tanto fa conoscere anche la cultura all’interno del monastero.
La Cucina Delle Monache racconta come tutto è cominciato e anche una giornata tipica al Monastero Benedettino di Sant’Anna. Proseguendo con la lettura si comincia con le tanto attese ricette.
Preparazioni che partono dai primi passando per i secondi, per i piatti di fantasia e infine per i dolci. Tutto intervallato da racconti di Madre Noemi, di Suor Myriam, Suor Debora e Suor Eleonora. E con loro viene mostrata anche l’accoglienza, l’orto, la raccolta delle olive e la bottega d’Assisi.
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Le ricette vanno dalla “Zuppa di cavolo nero e fagioli cannellini” fino alle “Bocche degli abati”. Sessanta in tutto e spaziano in ogni dove nei ricordi e nel presente, e anche nel futuro, della cucina italiana.
Ci sono immagini esplicative per la riuscita del piatto e ogni ricetta ha un racconto dedicato che ne allarga la conoscenza. Prendiamo per esempio la pasta e fagioli, sappiamo tutti perché si usa una pasta mista? L’usanza arriva da Napoli.
“I salumieri, un tempo, erano gli unici a vendere la pasta sfusa e, nel fondo dei cassetti di legno dove custodivano i grossi pacchi di pasta in vendita, si accumulavano frammenti di pasta rotta in varie forme, Questo residuo veniva poi venduto a prezzo basso basso nei “cuoppi”, il caratteristico pacchetto realizzato con un foglio di carta avvolto a forma di cono. Ancora oggi la pasta mista è un must della cucina napoletana e viene spesso abbinata ai legumi. In questo caso ai fagioli cannellini, che creano un sugo denso e cremoso, <<azzeccato>>, come ama ripetere suor Myriam.”
Ogni ricetta è spiegata in modo asciutto e semplice da comprendere anche per i meno esperti. Ci sono gli ingredienti calcolati per le persone quantificate nella ricetta prescelta. Il procedimento è scorrevole, visivo e senza fronzoli. Si arriva al risultato finale con la stessa semplicità che emana tutto il libro.
C’è inoltre un consiglio di volta in volta per rendere unica la ricetta, per esempio per la pasta e fagioli c’è la variante dedicata agli amanti del mare, che la rende ancora più speciale.
È anche un ottimo regalo per l’amico/a in cerca di ricette che ricordano la tradizione ma con un piglio diverso da tutti gli altri ricettari in commercio.
LA CUCINA DELLE MONACHE – VALLARDI – 2024
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