Antonello Dose, da 22 anni una delle voci de Il Ruggito del Coniglio su Rai Radio 2, co-fondatore del gruppo Arcobalena che nel movimento religioso buddista Soka Gakkai riunisce le persone LGBTQ, attore, ora scrittore de La Rivoluzione del Coniglio e molto altro.
Siamo riusciti a farci quattro chiacchiere sul libro e la sua vita.
L’intervista che ne è scaturita è tutta vostra. Buona lettura!
Leggi la prima parte dell’intervista QUI
Quando hai capito che il buddismo era la tua strada?
È una consapevolezza che si è costruita negli anni.
Il fatto di avere un serio problema di salute ed essere sopravvissuto nonostante l’assenza di medicine, che poi sono arrivate in tempo, è come se fosse stato un lavoro quotidiano. La fede non è un dono o una grazia che viene da fuori è una cosa che si costruisce con l’esercizio quotidiano come in palestra. Io la vedo così.
Aver utilizzato un atto di fede precisa come la preghiera…sono convinto che questa cosa funzioni altrimenti non mi sarei messo a raccontarla in maniera così sfrontata.
Credo che tutte le religioni per essere efficaci debbano sentirsi assolute.
La stupidaggine sta nel pensare che la stessa cosa in un altro ambito religioso sia sbagliata, motivo per cui si diventa arroganti ed integralisti. Se togli l’aspetto mistico e lo guardi da un punto di vista pulito dalle interpretazioni (visione Zen) è interessante notare quanto siamo tutti uguali e questo è meraviglioso.
Nel libro parli anche del tuo ricovero di circa un anno fa…
Si dice che bisognerebbe vivere sempre come fosse l’ultimo giorno, con quel grado di libertà.
A questo proposito Paolo Restuccia mi ha spinto a raccontare nel libro i miei giorni in ospedale e aveva ragione, sono stati molto importanti per me.
Ne sono uscito un’altra persona.
Per ben tre volte ho pensato che sarei potuto morire di lì a qualche ora, ho fatto dunque questa prova generale ed è strano cosa succede quando ti ci trovi. Uso solitamente la preghiera per aiuto ed equilibrio ed ho capito di poter morire senza terrore, dignitosamente…è stato interessante vedere come lavorando su se stessi le cose possono cambiare, a seconda dei pensieri. Questa percezione della realtà attraverso mente e cuore (Kokoro) per i giapponesi è proprio la vita. Diventare padrone di questa cosa è molto forte.
Ho scoperto quanto potenziale c’è in questo presente perché poteva essere l’ultimo quindi sentivo il dovere di usarlo al meglio. Passando indenne attraverso questa esperienza assurda, tornando al quotidiano, dopo sei più libero dagli accolli emotivi inutili.
Mantengo le mie peculiari caratteristiche ma con un bel po di fatica in meno. Se è vero che posso morire domani tante cose non mi toccano più.
Perché La Rivoluzione del Coniglio finisce come finisce?
Vista la fragilità della vita è giusto avere il riconoscimento dei diritti e inoltre perché ci si arrende all’altro, ci si accetta totalmente. È il massimo atto d’amore, non aspettarsi che l’altro cambi in base alle nostre aspettative, accettarlo per ciò che è e amarlo per questo.
La perfezione non esiste.
Per me Fabrizio, il mio compagno meraviglioso, è anche un grandissimo coach. In questo periodo molto concitato lui che mi conosce e mi vuole bene mi aiuta a rimanere in equilibrio e sempre in linea con me stesso. Come coppia condividiamo tutto.
Abbiamo fissato la data del matrimonio, ci uniremo civilmente. L’idea di fare anche questa cosa e farla insieme è molto divertente. Dobbiamo ancora organizzare il matrimonio (l’intervista è stata fatta il 28 aprile): già abbiamo deciso che non ci sarà un pranzo o una cena seduti, niente gambe sotto al tavolo.
Mi piacerebbe tanto la sagra di paese con orchestrina e street food ma a Roma potrebbe diventare un problema di ordine pubblico.
Poi magari un evento buddista.
La Rivoluzione Del Coniglio se vuoi lo compri QUI
Che rapporto hai con il pensiero della persona che ti ha contagiato?
È stato un errore, non lo ha certo fatto apposta e poi il rapporto con la malattia è personale.
Controllarsi è un dovere morale e civico, le analisi vanno fatte. È una responsabilità.
Oggi poi esiste il test salivare, una cosa semplicissima. Poi c’è la PrEP, la terapia pre-esposizione. Non è più come venti anni fa.
Vorrei diventare da questo punto di vista uno strumento efficace. Mettere a segno il giusto slogan, divulgare le novità, la conoscenza di ciò che oggi è e come si può vivere felici con l’hiv.
Mi mostra il bellissimo Gohonzon acquistato a Tokio con Fabrizio, ci si siede davanti, il mobile si apre e Antonello inizia a recitare Nam-Myoho-Renge-Kyo e mi propone di provare insieme. Non so neanche se riesco a pronunciarlo correttamente ma lui lo scandisce così bene che non ho nessuna difficoltà e dentro di me qualcosa inizia a vibrare. Ne intuisco subito la potenza…smettiamo e torniamo comodi sul divano ma mi resta la curiosità e mi riprometto di approfondire la questione.
Quali erano le tue aspettative rispetto al post libro?
Non ne avevo altrimenti non lo avrei scritto. A volte bisogna fare “o la va o la spacca”. Diciamo che sono fortunato, ho un buon karma. Se il buddismo non è reale ho avuto una serie di botte di fortuna una dietro l’altra. (E ride e nel frattempo penso che ha ragione Restuccia “Antonello sa ridere ed è una delle caratteristiche per cui ha successo in radio”).
La copertina come è nata?
Siamo partiti da simboli e concetti: la legge della vita è Nam-Myoho-Renge-Kyo, che è anche il titolo del Sutra del Loto. Il fiore di loto è preso a esempio della legge di causa/effetto e sboccia nei laghi melmosi; all’apertura è uno dei pochi fiori che già contengono il frutto. Simboleggia la legge di causa ed effetto, simultanee nella profondità della vita. I pesci e l’acqua invece simboleggiano l’unità dei credenti. Il comune mortale è un Buddha.
Il grafico Mondadori ha dato spazio alla sua creatività su questi concetti e con Fabrizio abbiamo scelto quella che è diventata la copertina.
Un libro importante della tua vita?
Sicuramente quello di Daisaku Ikeda, “La vita. Mistero prezioso”, libro che ho letto all’inizio della pratica buddista…l’ho riletto 5 o 6 volte ed ogni volta ne percepisco cose diverse.
Poi per fare il fico potrei dire Siddharta (e ride di gusto) da cui la percezione che nello stesso istante stiano accadendo tante cose. Questa cosa me la porto dentro.
Poi I fratelli karamazov di Dostoevskij, forse perché ci ho studiato da attore, lavorando sul personaggio. È un libro che ho molto scandagliato. Prendere coscienza dell’abissalità di ogni essere umano in positivo e negativo è stato fondamentale.
Uno che non sei riuscito a finire?
È difficile avendo uno spiccato senso del dovere, anche una cosa noiosissima la porto a termine. Magari non la capisco ma ci passo attraverso.
Scriverai altri libri?
Mondadori me lo ha già chiesto ma io questa vita avevo da raccontare. Per i prossimi mesi comunque sono impegnatissimo, poi si penserà. Mi devo anche creare delle sacche di riposo per tenere tutto sotto controllo e far in modo che continui ad essere molto gradevole.
Se fossi un libro saresti?
Un atlante geografico.
La Rivoluzione Del Coniglio se vuoi lo compri QUI
Di tutta la chiacchierata in cui abbiamo sviscerato ben più cose di quanto riportato sicuramente ho capito che:
Il buddismo si regge sul rapporto causa ed effetto.
Un altro pilastro importante è la compassione (non intesa alla latina “patire insieme”) come desiderio dell’altrui bene. Togliere sofferenza e dare gioia.
Il buddismo è democratico e ciascuno raccoglie ciò che semina.
La comunità buddista è molto attiva e unita.
Anche io sono un Buddha. Ah, e anche TU!
Oltre a pregare e a sistemare la mente, bisogna AGIRE.
Ma una cosa più di tutte mi si è inchiodata nella mente:
PENSATE GLOBALMENTE AGITE LOCALMENTE.
Per tutto il resto aprite questo sito e scoprirete un mondo: http://www.sgi-italia.org/
Per info invece sul test salivare e altro riguardante l’HIV e la sua prevenzione (che mi pare importante): http://www.uniticontrolaids.it/
ALOHA!
LA RIVOLUZIONE DEL CONIGLIO – MONDADORI – 2017
Leggi anche: La Rivoluzione del Coniglio e Il Nero nel Bianco
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.