Le Lupe di Pierre Boileau e Thomas Narcejac – Recensione


Le Lupe Recensioni

Le Lupe, una citazione:

“Senza volerlo, avevo realizzato un mio vecchio sogno: non essere più nessuno. Ero vivo, e al tempo stesso non lo ero; le circostanze mi avevano liberato dai problemi, dalle angosce, dai dolori e dalle speranze che agitavano senza tregua la città tutto intorno a me.”

Lione, 1941. Fuori, la guerra, l’occupazione tedesca, il coprifuoco, il razionamento.

Dentro, in un grande appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come «perduto al fondo del tempo», due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi – e invece somiglia sempre più a un condannato a vita.

E dire che, quando si era presentato in casa della «madrina di guerra» del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dal campo di prigionia), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per l’amico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto – almeno in apparenza – con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica.

O forse erano state loro a sedurlo…e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile.

Quando ne arriverà una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si farà durissimo.

Se non altro perché la posta in gioco è un’eredità di venti milioni di franchi.

A poco a poco, tra ambiguità, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa può essere fatale.

Dando prova, ancora una volta, di una prodigiosa abilità, la «coppia diabolica» del noir francese fa crescere la suspense fino all’ultimo colpo di scena, regalandoci un romanzo claustrofobico che, a distanza di quasi settant’anni, non ha perso nulla del suo fascino sinistro.

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Boileau-Narcejac è l’indissolubile coppia letteraria formata da Pierre Boileau (1906-1989) e Pierre Ayraud, in arte Thomas Narcejac (1908-1998), che sono stati, insieme a Georges Simenon, i fondatori del genere noir europeo.

Nelle loro storie però non c’è mai un detective, le vicende sono sempre raccontate dal punto di vista degli assassini o delle vittime.

Le Lupe, pubblicato in Francia per la prima volta nel 1955 e finora inedito in Italia, si rivela un romanzo umbratile, morboso, in cui nessuno è ciò che sembra.

I personaggi del libro sembrano sempre sull’orlo di una crisi di nervi, poi, come se nulla fosse, si adattano, quasi forzatamente, ad un comportamento normale, freddo, distaccato, fintamente amichevole. Questo romanzo scava nei meandri più reconditi della condizione umana.

Gli autori rivelano un attento studio psicologico principalmente sul carattere delle tre donne, calibrato su ciascuna di loro: una passionale e poco razionale, l’altra fredda, decisa, determinata, l’altra ancora (l’ultima arrivata) volgare e capace di fingere senza remore.

Nei giorni cupi di una guerra dolorosa e straziante, in cui le albe sono popolate dagli spari dei rastrellamenti, un uomo e tre donne si ritroveranno a essere prigionieri di loro stessi. E, come il Minotauro, resteranno imprigionati in un labirinto fatto di menzogne, silenzi, omissioni.

Si svilupperà fra i quattro una schermaglia privata, il cui scopo è la sopravvivenza.

Le Lupe è però anche un j’accuse dei vizi della borghesia francese nel tempo di guerra: inerte, opportunista, disposta ad accondiscendere per il proprio tornaconto a qualsiasi compromesso, tradendo occupanti e patrioti, destreggiandosi tra la Resistenza e il collaborazionismo.

Ma questo libro rimane soprattutto un noir dotato di un intreccio formidabile, e con un finale inatteso che lascerà stupefatto il lettore.

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LE LUPE – ADELPHI – 2024

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