L’Ultima Sirena, una citazione:
“La vacca di mare non è stata spazzata via da un’alluvione o da un terremoto, e il mondo intorno all’isola è rimasto immutato. Ciò significa che la vacca di mare è ancora là fuori da qualche parte, che da qualche c’è un luogo freddo e silenzioso che l’uomo non ha ancora scoperto dove un cucciolo di vacca di mare può ancora volgere la testa verso il cielo e addormentarsi senza paura.”
Immaginate la massa d’acqua tra Siberia e Alaska, che nel 1741 da poco si chiama Mare di Bering, e una mappa che, nella parte superiore, aspetta ancora di essere disegnata.
Questa storia comincia con la spedizione russa del capitano Vitus Bering nel Grande Nord, attraverso ottomila chilometri di terra siberiana verso il mare ignoto.
Dell’equipaggio è parte il naturalista-teologo tedesco Georg Wilhelm Steller che, in seguito al naufragio della nave, approda con un pugno di sopravvissuti su un’isoletta del Pacifico, dove scoprirà specie animali meravigliose, che col suo nome varcheranno i secoli.
Come quell’enorme mammifero marino dagli occhi umani, sirena che salirà dagli abissi a salvare con le sue carni morbide i naufraghi dall’inedia: la ritina di Steller.
Alaska 1859: in alto sulla mappa ora ci sono le macchie delle isole.
Il governatore Furuhjelm deve risanare i conti della Compagnia russo-americana, che ha svuotato le terre alascane dalle foche e dalle volpi per farne pellicce.
Ma il governatore vuole anche arricchire la sua collezione zoologica, magari con la mitica creatura descritta da Steller. Anche se della gigantesca sirena pare siano rimaste solo le ossa.
1950, Isole Aspskär, Golfo di Finlandia. Il tassidermista John Grönvall, che prepara di mestiere animali per i musei, ora deve ricostruire lo scheletro di un’impressionante bestia marina, la ritina di Steller, estintasi solo 27 anni dopo la sua scoperta. Un tristissimo primato per la zoologia, un monito per tutta l’umanità.
Ne L’Ultima Sirena il destino di questa strabiliante creatura, attraverso le vite di collezionisti ossessivi, ambientalisti entusiasti, scienziati inquieti e scienziate mai riconosciute, si fa simbolo dell’irreversibile distruzione della natura.
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Iida Turpeinen è nata nel 1987 e vive a Helsinki. Con un master in letterature comparate, da sempre si interessa dell’incontro fra scienze naturali e letteratura.
L’Ultima Sirena è il suo primo romanzo, vincitore dello Helsingin Sanomat Literature Prize come opera di debutto.
Con questo esordio, la Turpeinen attraversa tre secoli di storia per raccontare l’incredibile scoperta di una creatura marina mai vista prima, nonché la storia degli uomini e delle donne le cui vite sono state segnate da questo incontro.
Una dimostrazione della bellezza e della varietà della natura, opposta alla distruzione implacabile che accompagna l’umanità.
Il più grande desiderio di Steller era quello di scoprire una creatura mai catalogata nella storia naturale. Fu accontentato.
E fu così che il naturalista scoprì un curioso animale: una vacca di mare, come egli stesso la definì per la stazza e perché brucava le alghe marine, probabilmente il mammifero marino più grande mai esistito in epoca storica.
Per trovare qualcosa di simile si doveva infatti risalire al Cretaceo. Stime recenti calcolano che gli esemplari più grandi potevano raggiungere gli 8 metri di lunghezza e i 10mila kg di peso.
Purtroppo, le ritine di Steller avevano un difetto, una carne saporita e un’estrema facilità di caccia, a causa del carattere mite.
Non essendo mai venute a contatto con l’uomo, non sapevano riconoscerne la pericolosità. E ciò le rese facili prede.
Ne conseguirà rapidamente la scomparsa di questi lamantini chiamati, nel gergo comune, “Sirenidi”.
Iida Turpeinen ci regala pagine toccanti nel raccontare un’estinzione senza senso, causata dalla protervia dell’avidità umana.
L’Ultima Sirena è un connubio non solo auspicabile, ma ormai perfino doveroso, di umanesimo e scienza.
Ma anche il ricordo di un’epoca in cui l’Uomo si arrogava il dominio e l’uso indiscriminato delle risorse naturali, comprese quelle viventi
Se prima abbiamo miseramente fallito, cerchiamo ora di restare umani.
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L’ULTIMA SIRENA – GRIBAUDO – 2023
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