Ossa Nel Deserto, una citazione:
“Al di là delle cifre, tali crimini lasciano trasparire due fatti di analoga gravità, sia per il presente che per il futuro del paese: da un lato, l’indifferenza o l’amnesia generale di fronte a una situazione di estrema anarchia e, dall’altro, la tendenza delle società contemporanee a normalizzare la barbarie.”
Il delitto seriale perfetto, ci rivela questo libro, esiste.
Basta scegliere una città in cui violentare, torturare e uccidere donne – preferibilmente giovani, e immigrate dalle miserabili campagne circostanti – è consentito.
Poi occorre assicurarsi la complicità della polizia, che si occuperà di dirottare sistematicamente le indagini su alcuni presunti psicopatici.
Infine, bisogna muovere tutti i pezzi della scacchiera in modo tale che il governo non interferisca e le multinazionali per cui le vittime nella maggior parte dei casi lavorano non facciano domande.
È possibile che una storia così concepita risulti troppo oliata e impeccabile per essere una finzione. E infatti è vera, fin nei minimi, e raccapriccianti, particolari.
Ha avuto inizio negli anni ‘90 fa a Ciudad Juárez, nello Stato messicano del Chihuahua, e prosegue a un ritmo orrendo e implacabile.
I giornali e le televisioni di tutto il mondo cercano da tempo di raccontarla, ma la prima ricostruzione attendibile, costata anni di indagini e innumerevoli rischi personali, è quella fornita da questo libro-inchiesta di Sergio González Rodríguez,
Un’indagine dove cifre, documenti e testimonianze di prima mano tracciano i contorni fin qui inimmaginabili di un orrore profondo, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo.
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Sergio González Rodríguez (1950-2017) è stato uno scrittore, saggista e giornalista messicano. Ossa Nel Deserto è il fruttodi articoli e dossier che ha pubblicato sul quotidiano “Reforma” nel corso degli anni.
Gli omicidi di Ciudad Juarez sono un caso unico negli annuali del crimine latino-americano: più di trecento donne violentate e uccise in arco di tempo estremamente breve, dal 1993 al 2002, in una città di appena un milione di abitanti. Una mattanza che ancora continua.
Ciudad Juàrez è, insieme a Tijuana, il più grande svincolo metropolitano per attraversare il confine verso gli USA e viceversa. Da anni è una città fondata sul divertimento, l’alcool, la droga, i locali.
Quasi nulla di ciò che succede in città sfugge alla vista dei cartelli presenti nella regione. Ma Ciudad Juàrez è anche in mano al capitalismo più spietato, perché è la città delle maquiladoras, fabbriche sorte nel deserto, spesso legate alla produzione di piccoli componenti per macchinari da destinare alle grandi multinazionali della tecnologia.
Fabbriche che hanno una particolarità: un elevato tasso di occupazione femminile. Giovanissime ragazze, spesso minorenni, talvolta ancora bambine, vengono prelevate da Ciudad Juàrez dai pullman pronti a lasciarle all’alba, ai cancelli degli stabilimenti dove consumeranno le proprie forze e il proprio corpo per pochi pesos al giorno.
Se il cuore di una città sono il narcotraffico e lo sfruttamento, ecco che quel posto finisce per essere abitato da spettri. E laddove ci sono gli spettri, vi sono purtroppo anche i demoni.
Ossa Nel Deserto racconta una vicenda cupissima in cui si intrecciano criminalità, sette sataniche, narcotraffico, strutture patriarcali ancestrali, capitalismo selvaggio, corruzione, omertà, incapacità o addirittura connivenza di politica, magistratura e forze dell’ordine.
Il libro è la ricostruzione di come questo orrore sia stato possibile, su cosa sia fondato. E González Rodríguez non fa sconti al lettore, non risparmiandogli dettagli degli omicidi, ipotesi investigative, storie personali delle vittime e delle loro famiglie.
Uno dei più grandi massacri di donne, ragazze e bambine della storia in un contesto non bellico. In un luogo di confine che, citando Baudelaire, è “un’oasi d’orrore in un deserto di noia”.
Ossa Nel Deserto è sì una fotografia del male e della corruzione che assediano un territorio, ma diviene anche una metafora del Messico e del suo passato, nonché del futuro incerto di tutta l’America latina.
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