Recensione di La Bambina Ovunque – Stefano Sgambati

Recensione di La Bambina Ovunque – Stefano Sgambati

La Bambina Ovunque di Stefano Sgambati, ovvero diario di una gravidanza, di un’attesa, di una nascita raccontata dal punto di vista di un papà, di un uomo di trentacinque anni. Egli sa che a breve la sua vita sarà sconvolta da un evento, il più meraviglioso, ma non sa per quale motivo anche quello che non lo rende totalmente felice.

E sì perché una donna, dal primo giorno in cui scopre di essere incinta, si trasforma magicamente. Diventa il ‘contenitore’ di un altro essere vivente, con cui fin da subito instaura un sottilissimo ma anche fortissimo legame viscerale. E cosa succede invece ai padri?

Ecco Stefano Sgambati ce lo racconta in prima persona con toni a volte ironici, a volte diretti e sinceri, non nascondendo nemmeno tutti i turbamenti, le sofferenze e le perplessità legate alla nascita.

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Ma il racconto di questa gravidanza diventa ancora più intimo quando l’autore ci svela il tormentato percorso che lui e la sua compagna hanno dovuto vivere prima di concepire la loro figlia.

E da qui il titolo La Bambina Ovunque.

Perché sì a volte la voglia di maternità, ma anche di paternità, può diventare un’ossessione, una strada lastricata di sofferenza. Una ricerca infinita verso una felicità che sembra non arrivare mai. Una frustrazione dolorosa.

In La Bambina Ovunque viviamo le vicissitudini dell’autore alle prese con i reparti di sterilità degli ospedali, con l’iter della fecondazione in vitro, ovvero la Procreazione Medicalmente Assistita. Il suo sentirsi l’uomo invisibile mentre sua moglie si sottopone ai numerosi esami di rito, a tutte le fasi propedeutiche e infine all’attesissimo intervento di procreazione assistita.

Bellissimo è l’ultimo capitolo, l’epilogo di questa storia, una vera e propria dichiarazione d’amore diretta a sua figlia. Ma sono pagine anche poco convenzionali in cui La Bambina Ovunque non è solo l’ossessione dell’attesa ma anche il successivo parlare continuamente, dopo la nascita, con chiunque di quell’esserino che senza volerlo è il centro del mondo.

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