Noi E Gli Altri è una emozionante raccolta di tredici racconti, scritti da ragazzi delle scuole superiori.
Ciascuno a suo modo ci propone diverse narrazioni sul tema dell’immigrazione.
Sono giovani studenti selezionati tra quelli che hanno partecipato al concorso Scriviamoci 2018.
L’argomento è di assoluta attualità e mi sembrava doveroso oltre che affascinante scrutare come dei ragazzi vedono questo fenomeno. Fenomeno che certo non è nuovo al mondo ma di cui oggi tanto si parla e troppo si strumentalizza.
E allora in uno dei racconti ci sono persone che arrivano da lontani pianeti, scappando per salvare la pelle da situazioni e territori che velocemente si stanno sgretolando.
«È da un po’ di tempo ormai che si sta stretti sul nostro pianeta e la situazione è diventata abbastanza precaria: ci sono persone che viaggiano fino a noi da pianeti lontani, solcando i mari della galassia su pesanti piattaforme di metallo, per scappare da luoghi che si sgretolano sempre di più, di giorno in giorno».
All’interno delle storie oltre le migrazioni sono sviscerati argomenti come il razzismo, l’integrazione, le diverse culture… ma forse preponderanti tra questi sono immigrazione ed integrazione. Della serie: andiamo al sodo!
Ogni storia inizia con un titolo, il nome del ragazzo o della ragazza che lo ha scritto, scuola e classe di provenienza.
E già quello basta a proiettarci nella lettura con una diversa prospettiva, quanto meno temporale. Quella di chi ha tutta la vita davanti e si sta costruendo un futuro in questo mondo che è globalizzato e non solo perché le multinazionali le trovi ovunque.
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E loro che studiano lo sanno.
Il racconto di Francesca Martinucci già nel titolo la dice lunga: “Siamo tutti lo straniero di qualcuno.”
L’argomento potrebbe chiudersi già così, no? Ma c’è bisogno di tutti gli altri per la bellezza che la coralità di Noi E Gli Altri ci regala.
Questi tredici racconti, tutti diversi e uno più bello dell’altro, sono ricchi di colori, odori, persone, luoghi e epoche.
Sono una speranza per un futuro migliore.
Un futuro in cui, come è sempre stato e sempre più sarà, l’uomo che non è un albero con le radici, continuerà a spostarsi per cercare di migliorare le proprie condizioni e quelle dei propri cari.
Il futuro in cui non sarà più possibile neanche pensare a muri e fili spinati perché magari ci saremo nel frattempo evoluti mentalmente da non pensare o dire più sciocchezze.
La Terra è una, meravigliosa e di tutti.
In alternativa, come dico spesso quando mi chiedono <<In cosa credi?>> Rispondo serafica <<Nell’estinzione!>>
NOI E GLI ALTRI – CITTA’ NUOVA – 2018
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