Recensione di Terra Di Confine – Raymond Williams

Recensione di Terra Di Confine – Raymond Williams

Terra Di Confine, l’incipit:

“Mentre correva per prendere l’autobus era felice non solo perché stava tornando a casa dopo una giornata difficile, ma soprattutto perché la corsa in sé era piacevole – come se fosse una pausa dalla contenuta indifferenza che ancora costituiva il suo sentimento dominante nei confronti di Londra. La bigliettaia, una donna delle Indie Occidentali, sorrise quando lui salto sulla pedana rivolgendole un “buona sera” a cui lei aveva risposto con una spontaneità ormai quasi perduta. Ricordò a se stesso che a Londra non si rivolge la parola alla gente. Anzi, non si rivolge la parola a nessuno da nessuna parte, in Inghilterra.”

Harry Price ha lavorato per anni come ferroviere nel villaggio gallese di confine di Gynmawr. Quando viene colpito da un infarto, suo figlio Matthew, ricercatore a Oxford, giunge al suo capezzale, facendo così ritorno nella piccola e chiusa comunità in cui era cresciuto prima di andare a Londra per laurearsi.

Mentre Harry giace in camera sua in una silenziosa sofferenza, il figlio rivive i giorni della sua infanzia e dell’adolescenza. Si rende conto di quanto i lunghi anni trascorsi a Londra lo abbiano allontanato dalle sue radici. E anche Gynmawr sta cambiando. La vecchia stazione ferroviaria, infatti, è in procinto di essere chiusa. Le nuove regole del mercato hanno cambiato la mentalità delle persone ed anche il paesaggio stesso.

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Morgan, il migliore amico e compagno di lotte del padre Harry durante lo sciopero ferroviario, oggi è divenuto un ricco industriale. Malgrado ciò, anche grazie al recuperato rapporto con il padre, Matthew cerca di rintracciare dentro di sé quei valori e quella cultura in cui è cresciuto e che lo hanno reso quel che è oggi.

Terra Di Confine è una chincaglieria, una rara opera di modernariato. Ma non shabby chic, perché polvere, ruggine e sudore qui sono più che reali.

Raymond Williams è un pensatore, scrittore e sociologo gallese, di stampo marxista, a lungo professore di letteratura inglese e teatro a Cambridge. Qui fa un salto nella narrativa, regalandoci una sorta di epica gallese che, alla luce del rapporto tra un padre e un figlio e dei cambiamenti in una piccola comunità, esplora passato, presente e futuro di una working class ritratta nella propria evoluzione. A volte dolorosa, tra valori che si perdono, recessione economica ed emersione di una nuova “invasione barbarica” rappresentata dai nuovi ricchi.

In Terra Di Confine, la prosa è precisa, austera come la rettitudine e la caratura morale dei personaggi della storia, brillantemente scritta, nella quale gli appassionati di cinema potranno trovare echi di Ken Loach e di Denys Arcand.

Il primo maggio è passato solo da qualche ora, e nessuna altra lettura sarebbe potuta apparire più opportuna. Terra Di Confine fa riflettere sulla modernità e sullo scotto che essa comporta.

Un romanzo moderno con un cuore antico.

TERRA DI CONFINE – PAGINAUNO – 2018

 

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