SantoPalato di Sarah Cicolini – Recensione


SantoPalato Recensioni

SantoPalato è prima di tutto una storia d’amore per la cucina. Non la classica storia che parte da una famiglia di ristoratori per trovare nuovi spazi nella creatività personale. No, qui partiamo da studi in medicina e cene di fine anno che poco alla volta rivelano una carriera da predestinata.

L’autrice, Sarah Cicolini, è l’anima del ristorante omonimo che propone una cucina romana con tinte abruzzesi su quel quinto quarto, certezza dei tempi andati che oggi sta spopolando come riscoperta.

In SantoPalato c’è il racconto di una vita che ha preso le pieghe del cuore e dell’attitudine e che splende poco per volta fino a realizzarsi. È la stessa Sarah Cicolini a raccontarci come è arrivata al suo ristorante.

“Molto probabilmente volevo essere, in primis, la ragazza che fa un’ottima pasta al pomodoro. Un piatto semplice, come quelli che con ogni probabilità avevo cucinato in quel pranzo diversi anni prima. Il tentativo costante di rimanere fedele o – meglio – coerente con l’intento iniziale, con quell’illuminazione, che si potrebbe definire “linea guida”.
Tutti noi dovremmo averla: è il nostro faro.
È la strada tracciata dalle molliche di pane di Pollicino.
L’unico modo per percorrerla è rimanere estremamente fedeli e continuamente alla ricerca di tutto quello che ci fa restare attaccati all’intento di partenza e, paradossalmente, anche alla ricerca delle cose che ci mettono in discussione. Il mio intento di partenza è sempre stato uno solo: curare le persone con la mia cucina.”

Con un intento così tutto il lavoro diventa ammirevole e la fatica dei fornelli diventa più sopportabile.

Il libro è anche un ricettario diviso in dieci capitoli che vanno dal primo (da dove ho preso la citazione sopra riportata) intitolato “Illuminazione” fino all’ultimo con la sopracitata “La cura per gli altri”.

Le ricette cominciano con “Chitarrina con polpettine”, “Fusilli con ragù di capretto”, “Linguina con salsa di datterini e peperoni con alici marinate” e “Gnudi di borragine”.

Il mix tra i racconti dell’autrice e le ricette dedicate a ogni fine capitolo rendono la lettura ancora più interessante. Con immagini che superano le parole per mostrare cosa Sarah Cicolini sta descrivendo in un determinato passaggio.

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Il secondo capitolo “L’Abbruzzo, la famiglia” con sottotesto “Dove tutto è cominciato” c’introduce con delicatezza e profondità nella vita prima del trasferimento a Roma. Si fa il paragone con il film di Virzì “Caterina va in città” ma l’autrice non è Caterina, come lei stessa suggerisce, e si scopre il bagaglio culturale e di esperienze che hanno portato dall’infanzia al suo fiorire adolescenziale e post adolescenziale.

E in questo capitolo non può mancare la ricetta di “Pallotte cacio e ovo” in piena tradizione abruzzese ma non è solo questa la protagonista del secondo capitolo. Tanto per dirne solo un’altra, altrimenti spoilero troppo, c’è lo “Spiedino di agnello con fuso al topinambur” che attrae il palato solo a leggerne il nome.

Poi nella lettura si procede con il terzo capitolo “Roma e io” con sottotesto annunciato “Una storia d’amore” che parte da una piccola abitazione in Torre Maura per stare vicina a Tor Vergata e quindi all’università ma che decolla con l’approdo nel quartiere San Giovanni dove nasce anche il suo ristorante SantoPalato.

Le ricette nel terzo capitolo partono da “Pajata al modo di Santo Palato” che è un po’ la manifestazione del pensiero dell’autrice ovvero toccare la tradizione ma infilandoci anche la propria visione personale. Una scommessa ardita per una città come Roma che guarda con diffidenza tutto ciò che anche solo sfiora la tradizione ma che in questo caso è stata vinta a giudicare proprio dagli avventori, romani, del ristorante.

Il libro prosegue con il quarto capitolo dal titolo “Il cibo, la mia cura” con il sottotesto “ovvero del mio disturbo alimentare” che investe di una nuova luce la lettura mostrando l’autrice con coraggio sotto la propria fragilità e come per i capitoli precedenti e quelli successivi emana un’empatia unica che conquista pagina dopo pagina fino alla fine del libro.

Le ricette sono tante e sono raccontate in modo chiaro ed esaustivo. Adatte anche ai meno esperti ai fornelli grazie a descrizioni asciutte ed efficaci.

È anche un ottimo regalo per l’amico/a che vuole mettersi ai fornelli per riscoprire la cucina romana e quella abruzzese.

SANTO PALATO – GIUNTI – 2024

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