Una Cosa Per La Quale Mi Odierai è l’ultimo libro della cantautrice Erica Mou e me ne sono innamorata durante la sua presentazione a Roma, tempo fa.
È stata una presentazione commovente e ricca di risate, di quelle che dilatano il cuore, in cui le parole e il modo con cui sono affiorate, la loro scelta, la loro sequenza, il dosaggio del fiato con cui sono state emesse… tutto parlava di tenerezza e bellezza.
La bellezza frutto dell’intelligenza emotiva, di amore filiale, tradizione e cultura mescolate, non scekerate!
Una Cosa Per La Quale Mi Odierai è il racconto, schietto e lucido, del periodo in cui la giovane autrice ha avuto a che fare con la malattia della madre, Lucia.
Tutto ha inizio proprio con la madre che in cucina le dice Una Cosa Per La Quale Mi Odierai, come inizio di una fine, durata nove mesi, che l’autrice descrive dieci anni dopo, durante la sua gravidanza.
Una fine che sa molto di inizio e di tutte le cose che nella vita sono legate, si rincorrono… sono in fila una dopo l’altra o a cerchio in un prima che diventa dopo in eterno.
Un susseguirsi di vita.
Leggendo entriamo nelle loro dinamiche familiari, scopriamo i nomignoli con cui si rivolgono l’uno all’altra, le abitudini, come ciascun elemento della famiglia reagisce a quello che certamente è uno dei momenti più deflagranti che si possano vivere.
A guidarci in questo tenero viaggio sono i ricordi, le tradizioni, ciò che tiene unita la famiglia, le peculiarità caratteriali di ognuno.
Mentre Erica perde la voce.
Percepisce chiaramente quanto il malessere dovuto al dolore incida su quello che è lo strumento espressivo della sua anima.
“Mamma, quanto mi piacerebbe andare insieme al supermercato, solo questo vorrei, niente di più. Come si fa a vivere senza mamma?”.
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Il filo rosso che lega il tutto è il diario della mamma, ritrovato tra le sue carte, sulla scrivania, che Erica decide di leggere quando incinta dovrà passare un periodo di assoluto riposo.
Nel diario parla di quel periodo.
Dalla scoperta del tumore, ai momenti in famiglia, l’operazione, le terapie… ed è un’alternanza di voci.
Quella di Erica e quella di Lucia.
Una mamma, e donna, raccontata in un modo per cui fa pensare sia un vero peccato non averla conosciuta!
Ed è in questa danza, ricca di parole scelte con cura, che affrontiamo l’esperienza di lutto e di tutta la vita che ci ruota attorno.
“Ho incolpato spesso mia madre nella mia testa, l’ho incolpata di essersi arresa, ho pensato che essere morta fosse colpa sua, ho fatto per anni esattamente quello che lei si aspettava da me sin dal giorno dell’annunciazione in poltrona: l’ho odiata per essersi ammalata e per non aver fatto a sufficienza.
Mia madre è stata per me l’artefice del destino suo, mio, di tutto il mondo, ho sempre pensato che avesse un potere decisionale immenso, che niente sarebbe mai potuto succedere fuori dal suo controllo.
Io non lo sapevo che mia madre era una persona come me“.
Buona lettura!
UNA COSA PER LA QUALE MI ODIERAI – FANDANGO – 2024
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