L’Arte Di Avere Sempre Ragione di Gerry Spence – Recensione


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Non c’è niente da fare: certe copertine ti fregano. Vedi il titolo L’arte Di Avere Sempre Ragione e ti aspetti l’ennesimo libretto cinico alla “vince chi urla più forte”, magari farcito di trucchetti da salotto per sembrare brillanti in una riunione di condominio.

Poi apri il libro di Gerry Spence e ti ritrovi in mano qualcosa di molto più umano, più profondo, più scomodo. Altro che sofismi: qui si parla di verità. E di come difenderla.

In L’Arte Di Avere Sempre Ragione, l’autore non è un filosofo né un guru da TEDx: è un avvocato, uno di quelli veri, con più casi vinti che cravatte nell’armadio. Eppure, ha una voce che non ti aspetti. Non quella del giocoliere di parole, ma quella del saggio che ha visto troppe bugie e ha imparato a smontarle una per una, senza perdere il senso dell’onore.

Se pensavi che “avere sempre ragione” significasse barare bene, qua ti devi ricredere: per Spence, vincere una discussione è una forma d’arte che parte dall’ascolto, passa per l’empatia e finisce nella verità, nuda e magari pure un po’ scomoda.

Il libro è un lungo viaggio nella comunicazione autentica. E già qui uno pensa: “Eccola là, adesso parte con la paternale buonista”. Invece no. Spence ci insegna a litigare meglio. Che sembra un ossimoro, ma è esattamente il punto: non evitare lo scontro, ma imparare a viverlo senza distruggersi — né distruggere. Perché, dice lui, ogni litigio, ogni discussione, ogni arringa è un momento sacro in cui due verità si mettono in gioco.

Il problema? Di solito una delle due è un teatrino, l’altra è muta.

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E allora Spence ti prende per mano e ti dice: senti, prima di parlare, impara a capire. E prima di capire, ascolta. Ma ascolta sul serio, non per rispondere: per accogliere. Già solo questo basterebbe a rivoluzionare il modo in cui ci relazioniamo con gli altri. Ma lui va oltre: ci insegna a raccontarci. A trovare la nostra voce. Quella vera. Non quella costruita per sembrare intelligenti, o simpatici, o vincenti.

La voce che nasce dalla paura, dalla rabbia, dalla verità che ci brucia dentro e che di solito nascondiamo sotto cento maschere.

Capitolo dopo capitolo, l’autore costruisce una sorta di “ars oratoria dell’anima”. E no, non è roba new age. È che Spence ha capito che la vera forza in una discussione non sta nel dominare l’altro, ma nel mostrarsi vulnerabili senza perdere la dignità. Un paradosso, forse. Ma potente. Perché chi riesce a raccontare sinceramente se stesso, anche nel mezzo di uno scontro, è chi ha davvero il coltello dalla parte del manico — senza mai doverlo usare.

Il suo stile è asciutto, caldo, a tratti lirico, ma sempre chiaro. Sembra di sentirlo parlare seduto accanto a un fuoco, magari con un bicchiere di qualcosa di forte in mano. Ogni aneddoto è una piccola lezione. Ogni riflessione è una lama che taglia l’ovvio e ci costringe a chiederci: quante volte, nella mia vita, ho avuto ragione senza averla?

Alla fine, L’Arte Di Avere Sempre Ragione non è un libro per imparare a vincere. È un libro per imparare a non perdere se stessi mentre si combatte per qualcosa.

E oggi che siamo tutti in prima linea su WhatsApp, nei commenti dei post sui social, nei pranzi coi colleghi, nelle occasioni speciali coi parenti, forse è l’arte che ci manca davvero: quella di difendere ciò che sentiamo giusto, senza diventare ingiusti nel farlo.

Se lo leggi con la voglia di diventare un manipolatore, resterai deluso. Se lo leggi per diventare un essere umano che sa parlare (e ascoltare) con coraggio, allora sì: questo libro te lo porti dietro. Anche quando non litighi.

L’ARTE DI AVERE SEMPRE RAGIONE – PIENOGIORNO – 2024

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