La Parola Magica – Intervista Paolo Borzacchiello


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Paolo Borzacchiello, dopo la lettura illuminante del suo La Parola Magica, ci concede un’intervista nella quale approfondisce gli argomenti contenuti nel libro.

Com’è nata l’idea di La Parola Magica?

L’idea è nata dal fatto di poter fornire ai miei alunni, perché io insegno le cose scritte nel libro in aula, un manuale originale rispetto ai miei precedenti libri, con insegnamenti nascosti all’interno di un romanzo, e fornirgli strumenti utili per la loro crescita. Quindi nasce come un manuale di istruzioni, infatti il protagonista spiega nel libro tutte le tecniche di linguaggio e di comunicazione non verbale, persuasione, vendita, eccetera.

Leonard, ovvero il protagonista di La Parola Magica, ha qualcosa di te?

DI sicuro la passione sfrenata per gli anacardi! Poi l’amore per il linguaggio come strumento di conoscenza di sé, e l’abilità nello studio del comportamento umano. Leonard è un comportamentalista e si occupa di neuromarketing e persuasione in genere: esattamente quello che faccio io. Poi, però, per confondere le acque, ho messo un po’ di me anche altrove, soprattutto in James, il suo aiutante.

Perché hai deciso di dare a Dio, ovvero Lisa, una parvenza così umana?

Ti dico subito che posso svelarti solo in parte il motivo. Nel senso che uno dei motivi si scopre all’interno del libro e voglio evitare lo spoiler a chi sta leggendo e a chi lo deve ancora leggere. Diciamo che umanizzare Dio permette il dialogo fra i personaggi e soprattutto perché con la raffigurazione che ho attribuito a questo tipo di divinità interrompo una serie di schemi e di convinzioni che noi abbiamo fin da piccoli. E poi c’è tutta la questione dei tre cervelli che imparano a comunicare fra loro… ma qui, davvero, evito lo spoiler. Per spiegare la tecnica del libro ho addirittura organizzato una serie di corsi gratuiti con i quali sto girando l’Italia.

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Qual è il modo migliore per mantenere una mente in salute?

Il modo migliore per mantenere la mente sveglia è mantenersi curiosi. Leggere tanto, leggere tutto, valutare tutte le possibilità che ci vengono offerte. Suggerisco l’apprendimento diversificato, perché il cervello resta più sveglio quando invece di verticalizzare una competenza, ne abbraccia tante differenti e crea più connessioni. E poi divertirsi, che gli ormoni del benessere aiutano parecchio.

Come le parole possono aiutarci a vivere meglio?

Il presupposto, che poi è alla base del libro, è che ogni parola che noi pronunciamo, di fatto si trasforma in un’immagine che a sua volta si trasforma in chimica all’interno del nostro corpo. E la chimica che noi abbiamo, è quella che poi determina i risultati che otteniamo. Se ho una serie di ormoni dello stress nel corpo ottengo risultati medio scarsi, se li ottengo. Se, invece ho una chimica molto potenziante, con ormoni “buoni”, ottengo dei risultati molto diversi. Le parole dunque influenzano il tipo di chimica che è nel corpo, ovvero determinano che tipo di vita viviamo e come stiamo.

Perché mediamente non sfruttiamo come dovremmo la mente? Nel senso, perché non puntiamo tutti al nostro bene?

Questa, caro Andrea, è una verità che molto spesso è difficile da digerire. Il cervello umano è fatto in un modo molto particolare va conosciuto bene. Per il cervello, che tu stia bene o che tu stia male è assolutamente indifferente. Al cervello interessa fare le cose che fa di solito per abitudine, seguire la strada a cui è abituato. Anche se per assurdo è la strada che ci produce più svantaggio o danno. Ecco perché è così difficile liberarci delle abitudini cattive e delle persone che non ti fanno stare bene, perché il cervello è abituato e quindi va sedotto a fare altro. A proseguire per altre strade. Ci vuole però un po’ di pazienza perché pretendere che si cambino nell’immediato i comportamenti, di fatto, è il modo migliore per continuare a mandarli avanti, anche se fanno male. E’ molto difficile da accettare per le persone perché è contro-intuitiva. Per il cervello anche se ci ammazziamo va bene lo stesso purché sia comodo. Sta a noi pilotarlo verso la giusta direzione.

Progetti futuri? Nuove sfide editoriali?

Visto il successo del libro, ho già finito di scrivere uno spin-off. Un racconto speciale dedicato solo a Leonard. In più, sono al lavoro sul sequel. L’idea di massima è una trilogia molto potente. I titoli per adesso me li tengo per me, ma diciamo che c’è tantissimo lavoro da fare e sviluppi eccitantissimi per me. Bellissimo. E poi magari chissà: una serie TV?

LA PAROLA MAGICA – MONDADORI – 2018

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