Il Metodo Del Coccodrillo è l’ennesima grande prova di Maurizio de Giovanni.
Lo chiamano il coccodrillo perché è un killer che sa attendere, si apposta per ore silenzioso, poi agisce rapido colpendo la preda. Ma dopo piange e lascia sul luogo del delitto fazzoletti inumiditi dalle proprie lacrime.
In Il Metodo Del Coccodrillo c’è l’indagine dell’ispettore Colajacono che si svolge in una Napoli grigia, caotica, borghese e colma di indifferenza.
Trasferito dalla Sicilia a Napoli come punizione per aver passato informazioni alla mafia, o così racconta un collaboratore di giustizia, Giuseppe Lojacono è un poliziotto dal fiuto infallibile e si trova casualmente sul luogo del primo dei tre delitti.
Le vittime sono tutte giovani ma di diverso ceto sociale e nulla sembra legarle. Trovare il filo che le unisce sarà un compito apparentemente impossibile. I loro corpi vengono rinvenuti in differenti quartieri della metropoli partenopea ma la pistola che li ha uccisi è la stessa.
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In una città che sembra non curarsi di niente e di nessuno “il Coccodrillo” agisce indisturbato lasciando dietro di sé una scia di panico e terrore.
Dove non si intravede una logica la paura viene a galla veloce.
L’ispettore, ex agente della squadra mobile di Agrigento, riesce ad occuparsi del caso con la sua innata lungimiranza grazie al sostituto procuratore a capo delle indagini, la scostante Laura Piras che punta tutto su di lui.
Lojacono che ormai ha perso casa, lavoro, moglie e figlia, con la solitudine e la tristezza nel cuore ma con una lucida capacità di analisi ci conduce nei meandri del più vivo dolore con il garbo tipico della scrittura e dell’animo dell’autore.
De Giovanni descrive infatti ogni personaggio e ogni situazione con grande umanità e questo rende il libro ancora più coinvolgente.
Lojacono e la Piras si ritroveranno presto a Pizzofalcone. Ma questa è un’altra recensione.
IL METODO DEL COCCODRILLO – MONDADORI – 2016
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