Poesie Da Parati è il libro di poesie di Viola Nocenzi, poetessa, musicista, cantautrice e figlia d’arte.
Suo padre è infatti Vittorio Nocenzi, il fondatore del Banco del Mutuo Soccorso, e a lui sono dedicati dei versi delicati e intensi, come una briciola di pane caldo.
“Ho lasciato buchi di rabbia
sulla parete.
Che gran peccato
era così rosa.
Domani seguirò un corso breve
e li riempirò di elastici.
Dicono che per non spezzarsi
bisogna piegarsi.
Io non ho la schiena
spero basti”.
L’autrice scrive poesie grazie alle quali ci immergiamo nel suo mondo, in una realtà altra ma in cui possiamo riconoscerci, da condividere. Sono immagini, scorci, parole scelte con cura che si succedono.
Parole usate con maestria, che sembrano allo stesso tempo scaturite dalla mente con la semplicità delle cose più belle.
Non so dove andare.
Qualcuno mi sente?
Come si esce?
Sbatto le spalle da tutte le parti.
Come si esce fuori da me?
In Poesie Da Parati alcune sono brevi, dirette e potenti…
L’assenza di scelta
è un’illusione goffa
una scatola cinese.
Altre srotolano parole come un tappeto rosso fin nell’antro dell’anima:
Ho lasciato buchi di rabbia
sulla parete.
Che gran peccato
era così rosa.
Domani seguirò un corso breve
e li riempirò di elastici.
Dicono che per non spezzarsi
bisogna piegarsi.
Io non ho la schiena
spero basti.
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Dell’autrice e delle sue poesie Eugenio Finardi scrive:
“Le poesie di Viola toccano l’anima come note che si sviluppano in brevi ma pregnanti melodie. Haiku che schizzano frammenti di realtà, di femminilità, di vita… Creano un’intimità quasi imbarazzante finché non ti entrano e diventano condivisione.
Note che diventano Armonia“.
In Poesie da Parati troviamo viscere, acqua magica e terra, ricordi, parole giurate, stelle, un Babbo Natale gonfiabile, semi di suoni, segreti, bevitori di caffè amaro, svendite di materassi di lusso, pesci azzurri, un lupo e una bambina, tenerezza, cassetti bianchi e crema per le mani, sorrisi e amore…
“Roboante
la raccolta di ciò che ero.
Una balsamica Giovanna d’Arco
con i draghi in bocca.
parole come medicine
tegole tirate.
La vita
uno sfregio di chiave.
E piango
come discarica futura di stelle”.
POESIE DA PARATI – PENDRAGON – 2024
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