Recensione di Accanto Alla Macchina – Ellen Ullman


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Minimum Fax pubblica un libro di Ellen Ullman del 1997, Accanto Alla Macchina, un memoir che racconta l’esperienza dell’autrice che ha intrapreso la sua carriera di programmatrice in quella Silicon Valley che vedeva nascere internet.

Ciò che colpisce di Accanto Alla Macchina è il fatto che Ellen Ullman decida di fare il suo lavoro di programmatrice cercando di tenere conto di scelte etiche.

Se si lavora ad un programma, un software, che ha come utenti finali i malati di AIDS, un programma che ha l’obiettivo di supportarli, di solito non si pensa all’utente  come ad una persona fisica con tutto il carico di problemi ed emotività, Ellen Ullman si.

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“Sono più che una sfigata: sono una traditrice, una fiancheggiatrice della burocrazia, una consumatrice di tasse. Sono tutto ciò che c’è di sbagliato in questo Paese”. Allontanarsi dalla pura astrazione del “codice” e venire a contatto con gli “utenti finali” è un azzardo, una compromissione fisica e cognitiva “prima della riunione gli utenti esistevano solo nella mia mente, come proiezioni private. […] Avrei voluto con tutta me stessa sostituire le astrazioni con quelle persone reali. Ma era già troppo tardi. Il sistema esisteva prima di loro […] Di colpo mi sono resa conto che il problema non era rimpiazzare una realtà con un’altra, ma il fatto che le realtà fossero due. Io ero lì, al confine: l’interfaccia fra il sistema, in tutta la sua esistenza, e le persone, in tutta la loro”.

Ellen Ullman ha un passato di attivista politica. E’ finita nella Silicon Valley negli anni ’80 per caso, di formazione umanistica, si è trovata ad affrontare il problema della mancanza di opportunità lavorative per gli studi fatti, così decide di accettare quei compromessi che la vita impone e comincia a lavorare in un call – center dal quale parte la sua gavetta nel tempio indiscusso della tecnologia.

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Ellen Ullman è una sorta di ossimoro, cerca uno spazio “speciale” Accanto Alla Macchina, accanto al sistema per il quale mostra, invece, una evidente idiosincrasia.

“Quando ero nel partito dicevamo spesso che il marxismo-leninismo era una ‘scienza’, e il partito la sua ‘macchina’. E quando il mondo non si adeguava alle idee che avevamo su di esso – quando dovevamo prendere atto delle forze caotiche che spingono le persone a credere, a volere, a fare una cosa anziché un’altra – reagivamo da programmatori”.

ACCANTO ALLA MACCHINA – MINIMUM FAX – 2018

 

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