Recensione di Cani Selvaggi – Helen Humphreys

Recensione di Cani Selvaggi – Helen Humphreys

Cani Selvaggi ti turberà sappilo.

È uno di quei romanzi che sconvolgono l’anima, tanto da non riuscire a leggerlo tutto d’un fiato. Ho avuto bisogno di riemergere ogni tanto.

La vicenda è ambientata in una cittadina del Canada schiacciata dalla crisi economica e dalla desolazione.

In questo clima di incertezza sei persone vengono abbandonate dai loro cani senza un apparente motivo.

Gli animali si rifugiano nel bosco vicino la città, unendosi in un branco libero e selvaggio.

A causa dell’accaduto, i sei padroni, inizialmente estranei l’uno all’altro, si ritrovano ogni sera nelle vicinanze della boscaglia, nella vana speranza di poter ricondurre i loro cani a casa.

Cani Selvaggi, nelle sue duecento pagine, ti mette di fronte ad una delle paure più grandi: la paura di essere lasciati da chi ci ama.

La paura di perdere i nostri punti di riferimento, apparentemente placidi, quotidiani e irremovibili.

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In Cani Selvaggi familiarizziamo presto con le storie dei sei, di: Alice, Jamie, Lily, Walter, Malcom e Rachel.

Conosciamo i loro sogni infranti, i loro legami spezzati, le loro paure, le loro manie e gli amori di una vita.

In poche pagine tutto accade. I protagonisti, sera dopo sera, in alcuni casi diventano amici; in altri, “nella piega del dolore”, si innamorano. Come Alice e Rachel, il cui trovarsi diventa magnetico, diventa sentimentale, passionale ma…

Nel frattempo i cani torneranno? Sono andati via per rispondere a un istinto più grande? O per difendersi da un legame, che non li proteggeva, anzi li snaturava.

L’amore ci rende complessi o fin troppo “semplici” e vulnerabili, come i nostri protagonisti e i loro animali. A volte fuggire è salvarsi dal dolore.

«L’amore è come quei cani selvaggi. Se ti salta addosso, non molla la presa. E quello che non puoi mai sapere all’inizio è con quale intensità e quanto a lungo amerai; in quali modi un amore finito ti darà la caccia, un salto dopo l’altro come fuoco misterioso che ti scorre nelle vene. I cani selvaggi esistono davvero. Sono lì fuori, oltre la sicurezza delle strade e delle case, oltre le luci della città. E uno di quei cani è il mio.»

Cani Selvaggi a mio avviso va letto. Esorcizza con uno stile impeccabile e poetico la paura dell’abbandono, di amare e di essere amati.

Anzi sembra urlarci questo. Se questo romanzo fosse un suono, sì sarebbe un urlo. Potente, nel bosco.

CANI SELVAGGI – PLAYGROUND – 2015

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