Recensione di Federico Sta Fuori – Savino Bonito


Federico Sta Fuori

Federico Sta Fuori lo definirei un romanzo matrioska, perché contiene diverse storie una dentro l’altra, che poi si srotolano e noi ci passeggiamo accanto, per poi tuffarci dentro.

Ce ne accorgiamo mentre lo leggiamo, pagina dopo pagina, durante il nostro imbatterci e fare conoscenza con i suoi protagonisti.

Ci sono Guido e Ludovica, Alex, Pietro, Mirco e Caterina… e ovviamente Federico.

Sono tutti ragazzi, sono diversi ma le loro vite, per una ragione o per un’altra, andranno ad intrecciarsi magistralmente fino a comporre un quadro nitido, ampio, bello da osservare ed emozionante.

Alcuni di loro mi è sembrato quasi di conoscerli.

Federico Sta Fuori è ambientato a Roma nel 2004, quando ancora non usavamo i social, non eravamo costantemente tutti collegati, quando ancora accadeva di essere in giro e non avere la più pallida idea di che ore siano.

Ma saranno le sei e mezza o le sette e mezza? Magari lo chiedo a quella signora alla fermata. Oppure aspetto un semaforo rosso e chiedo a chi s’affianca. Perché se sono le sette e mezza, sono in ritardo. In mostruoso ritardo. Da che ricordo, sono sempre stato in ritardo, dal primo istante.

Sono nato a dieci mesi, in piena estate, solo perché quella santa donna di mia madre si mise a ballare il twist, mentre il resto d’Italia si intrippava con la prog. Fosse stato per me, sarei ancora lì dentro.

Federico Sta Fuori, che ha la prefazione di Paolo Restuccia mica pizza e fichi, è un libro cui mi sono voluta dedicare totalmente, leggendolo in una domenica bizzarramente di totale relax, buttando umani e animali fuori di casa.

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Per qualche ora siamo stati solo io e lui.

Questo è un romanzo che parla della vita, di amicizia, degli incontri, dell’amore, della quotidianità e di quanto si può essere diversi… e amici allo stesso tempo, del tempo che passa e di come le nostre esistenze forse non sono così regolate dal caos.

L’autore traccia infatti un filo invisibile lungo tutto il viaggio, ce ne accorgiamo poco a poco, ma ad un tratto iniziamo anche a scorgerlo, è lì e non è neanche tanto sottile.

Tutto quello che accade di assolutamente e inevitabilmente casuale ci viene il dubbio che non lo sia.

Ad un tratto capiamo che è proprio così.

E quando l’ho realizzato nitidamente, come fosse la cosa più naturale del mondo, osservando questo fenomeno l’ho declinato nella mia vita.

In Federico Sta Fuori ci sono colpi di scena, coincidenze assurde, c’è sentimento, c’è nostalgia, c’è musica, c’è pathos, e una visione chiara del nostro sostare su questo pianeta, in cui tutto è collegato, nulla casuale e quindi ogni cosa ha un senso, e tutto insieme ha un che di magico.

La lettura è fluida, godibile e una delle cose che più mi è piaciuta è il modo in cui Savino Bonito tesse la trama, come ci fa arrivare a ciò che accade, come sviluppa le situazioni e ci conduce a dargli un’occhiata, a viverle con i protagonisti.

Ma quello che mi ha lasciata di stucco è che mi sono ritrovata ad essere affezionata, e quindi condividere emozioni e sentirmi in totale empatia, con uno dei protagonisti che nel libro in realtà non c’è se non alla fine. E quando l’ho “conosciuto” già mi competeva come se mi avesse accompagnata durante l’intero tragitto.

Federico Sta Fuori è un libro da leggere per staccare la spina, per leggere un bel romanzo e per iniziare a scorgere l’invisibile nelle nostre vite. Se già così non fosse.

Buona lettura!

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