Recensione di Montagne Russe – Raimondo Pinna


Pinna Montagne Russe Cover Recensioni

E’ un esordio brillante questo di Raimondo Pinna, ho letto Montagne Russe, uscito nella seconda metà di luglio, affascinata dallo stile elegante e “sicuro” dell’autore e dalla grande capacità di costruire una storia che tiene il lettore in una tensione costante.

Montagne Russe è ambientato in Versilia, il protagonista è un architetto, il Rai, di belle speranze ma incapace di realizzarsi sia professionalmente sia come persona. Questa sua incapacità lo porta a cedere alle lusinghe di una coppia di russi tanto ricchi quanto ambigui.

Per trentamila euro il Rai rinuncia ad un suo sogno, cede ad Aleksey e Ludmilla (quest’ultima una splendida escort non più giovanissima che vuole fare l’attrice) la sua opera teatrale: “Il sogno di un’anima morta”.

“Un testo teatrale sull’ossessione del diritto ad abitare in una casa di proprietà pubblica! Ambientato e da rappresentare in Russia! Mille euro al giorno per trenta giorni, un terzo anticipato; in cambio il testo va consegnato all’attrice che ne diventa l’unica autrice.”

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Il Rai è un fallito e quando scopre che Ludmilla è riuscita a portare in teatro la sua opera non resiste e racconta tutto ad un giornalista americano perché per un fallito quella era un’occasione ghiotta, anche se in modo indiretto, il Rai ha creduto di essere riuscito finalmente in qualcosa.

Inutile dirvi che la pagherà molto cara…
In Montagne Russe i personaggi di Pinna sono perfetti. Fa rabbia il Rai con quel suo carattere inconcludente e pavido. Fa paura Aleksey, prototipo del russo cattivo, scaltra e calcolatrice Ludmilla.

Sesso, violenza, scorribande nella storia russa, mi è piaciuto molto il riferimento ai cosiddetti “Vecchi Credenti” e il modo in cui introduce il tema della religione ma anche i riferimenti ad autori della letteratura russa come ad esempio la brava Katja Petrowskaja. Pinna dimostra di essere un uomo colto senza risultare didascalico.

MONTAGNE RUSSE  – TRANSEUROPA  – 2017

 

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