Tutto Chiede Salvezza è un romanzo forte, vero, crudele, che non fa sconti sul nostro rapporto con la mente, con le ragioni psicologiche, biologiche, chimiche che a volte in essa ci fanno smarrire. Perdendoci nei deliri della follia, della psicosi, della malinconia senza tregua, della tristezza senza risposte.
Siamo alla fine degli anni’90 in Italia. È una delle estati più calde di sempre e il caldo si sa non chiama equilibrio. Daniele il protagonista ha vent’anni. Vive con i genitori ha un lavoro, degli amici. Ma una forte zona d’ombra spesso grava sulla sua persona. Soffre di crisi depressive? Psicotiche? Maniaco-ossessive?
La medicina, gli psichiatri, che si sono alternati nel seguirlo, non hanno mai dato una risposta certa. Una diagnosi. E così un giorno Daniele ha l’ennesimo evento violento che lo porta ad avventarsi sulla propria casa e sui propri genitori.
In Tutto Chiede Salvezza a questo punto Il tempo si ferma. Stop. Il trascorrere delle ore, dei giorni diventa una bolla scandita dalla cura e dalla ricerca dei perché.
Daniele il 15 giugno del 1994 riceve il TSO: trattamento sanitario obbligatorio. Viene ricoverato in un reparto di psichiatria di un piccolo ospedale della provincia romana. La durata, lo decide la legge, è di sette giorni.
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E qui fra quattro mura, che non lasciano trapelare di certo spensieratezza, deve fare i conti con la chimica del suo cervello, con le emozioni, con il passato, con il proprio modo di stare al mondo e con le proprie relazioni familiari e non solo. Deve scoperchiare il “vaso di Pandora” e venire a patti con la sua giovane esistenza.
In Tutto Chiede Salvezza pagina dopo pagina entriamo nella quotidianità di un luogo di cura, dimenticato dalla società. Dove il confine tra l’assistito e chi assiste è labile e mutevole. Nei sette giorni che vedono Daniele impegnato tra colloqui medici e la “ricostruzione” di se stesso si alternano le vite dei suoi compagni di stanza: Mario, Gianluca, Giorgio, Alessandro e Madonnina.
E tra deliri, lacrime, allegria senza freni, depressioni galoppanti, vite interrotte, ferite antiche cristallizzate in dolori senza tempo… si fa strada il senso di umanità e di appartenenza che racconta anche la sofferenza più straziante.
«Mi fermo per riprendere fiato, per guardarmi giusto un secondo indietro. Dall’alto, dalla punta estrema dell’ universo, passando per il cranio, e giù, fino ai talloni, alla velocità della luce, e oltre attraverso ogni atomo di materia. Tutto mi chiede salvezza. Per i vivi e i morti, salvezza. Salvezza per Mario, Gianluca Giorgio, Alessandro e Madonnina. Per i pazzi di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.»
TUTTO CHIEDE SALVEZZA – MONDADORI – 2020
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