Italica di Giacomo Papi – Recensione

Italica di Giacomo Papi – Recensione

Italica, una citazione:

“Le storie consentono ai morti di parlare ai non ancora nati.”

Italica racconta l’ultimo secolo del nostro Paese attraverso la lente dei grandi maestri della letteratura.

In questa vorticosa raccolta Giacomo Papi intreccia trenta magnifici racconti italiani con una sua personale lettura del Novecento, fatta anche di statistiche, relazioni parlamentari, articoli di giornale.

Leggeremo capolavori di Ginzburg, Levi, Elsa Morante, Buzzati, Fenoglio o Ortese, e intanto scopriremo quanto costava un chilo di pane nel 1958 o quanto erano alti i soldati di leva nel 1940, quante case si costruirono negli anni Cinquanta e quante donne si laurearono nei Sessanta.

Ascolteremo un transgender parlarci della sua vita in un racconto di Mario Soldati del 1929, conosceremo le prostitute spedite in manicomio nel Ventennio e andremo in gita con Fantozzi alla Fiera di Milano.

Incontreremo autrici di grande interesse letterario, come Mura, Paola Masino, Anna Rinonapoli, Leda Muccini e Rosa Rosà.

La Grande guerra, il fascismo, le leggi razziali, la Liberazione e la Repubblica, la riforma agraria, le fabbriche e gli impiegati, la legge Merlin, la mafia, il calcio, i computer, la pillola, il terrorismo, l’eroina, la valanga di Mani pulite fino alle navi cariche di migranti.

Tutto questo, e molto altro, ha segnato il Novecento e continua a condizionarci perché fa parte della nostra Storia.

E come in un film in bianco e nero che pian piano diventa a colori, Giacomo Papi ci accompagna lungo il secolo fino alle tre profezie finali, dove affiora il nostro presente.

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Giacomo Papi (Milano 1968) è giornalista, scrittore e autore televisivo. Nel 2004 ha fondato Isbn Edizioni, che ha diretto sino al 2008. Collabora con “Che tempo che fa” dal 2009 e scrive su La Repubblica, Il Post e Il Foglio.

Con una selezione personale e ammirevole questo libro riunisce le narrazioni di autori e autrici che hanno tracciato un affresco puntuale di come eravamo e, anche, di come saremmo diventati.

Tra i racconti di Italica ho amato particolarmente il rigore della Morante, le iperboli di Flaiano, la delicatezza di Calvino (delizioso il racconto “L’avventura di due sposi”), la potenza della Ortese e l’ironia di Sciascia, senza dimenticare i sempre adorati Bianciardi, Tondelli e Levi.

Ogni racconto – come in ogni antologia che si rispetti – è preceduto da un’introduzione in cui Papi riassume lo snodo, basandosi su dati e statistiche che ci aiutano a comprendere meglio la prospettiva storica e, di tanto in tanto, aggiungendo la propria testimonianza di uomo del secondo Novecento.

“Questo libro usa i racconti, un genere letterario in Italia abbastanza trascurato, per ricapitolare gli ultimi cent’anni attraverso le voci e gli sguardi degli scrittori e delle scrittrici che erano vivi mentre quei fatti accadevano e che li hanno testimoniati scrivendo, dopo averne sperimentato i dolori e le gioie, sofferto le malattie e combattuto le guerre”.

Chiudono il libro tre racconti di Levi, Rinonapoli e Buzzati su pubblicità, crisi del patriarcato e pandemia, a testimonianza del valore anticipatore e profetico della letteratura.

Italica è un caleidoscopio di paesaggi e intrusioni, che accosta nomi celebri ad altri meno noti in un percorso nuovo.

Un’antologia da leggere e da tenere sul comodino, perché è un bellissimo censimento narrativo del nostro Novecento.

E le cose belle si tengono strette.

ITALICA – RIZZOLI – 2022

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