Recensione di L’Inferno Di Dante – C. Zuccarini – E. Carbonetti

Recensione di L’Inferno Di Dante – C. Zuccarini – E. Carbonetti

La Divina Commedia è tante cose, il concentrato di vizi e virtù degli esseri umani, specchio della società, la prima opera letteraria nella “lingua italiana”, un poema allegorico-didascalico, capolavoro assoluto, e ora una delle sue tre cantiche è anche una intensa graphic novel.

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Così inizia la Commedia (definita poi Divina dal Boccaccio) e così inizia L’Inferno Di Dante, il suo primo viaggio nei gironi infernali, dove vige la legge del contrappasso.

Mi sono incuriosita ed ho letto quest’opera la prima volta a dodici anni, su un libro “adattato” per il primo giovane approccio a Dante Alighieri, consigliatomi dalla mia amata professoressa delle medie.

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Mai più ci siamo lasciate, io e la Divina Commedia… ho continuato a leggerne terzine sempre, ogni volta che volevo crescere tornando un po’ bambina.

In base a come sono predisposta, di volta in volta, ne capisco più o meno il senso, ma sempre ne colgo la disarmante bellezza. La lingua che prende forma nella mente di Dante e che diventa di comune dominio.

Ne L’Inferno Di Dante le terzine sono riportate fedelmente mentre alcune parti sono parafrasate per essere maggiormente fruibili.

Sparse per casa ne avrò almeno 8 diverse versioni, tra le quali, ovviamente, quella illustrata dal tratto di Gustavo Dorè.

E ora queste nuove pagine si sono aggiunte, per vezzo e passione, alla mia piccola collezione.

All’interno de L’Inferno Di Dante, illustrati ci sono i canti più celebri e studiati tra cui quello dei golosi, i traditori della patria, gli eretici, i suicidi, e i pusillanimi.

Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere sanza stelle,
per ch’io al cominciar ne lagrimai.

Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle

facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’ aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.

L’INFERNO DI DANTE – IL VIANDANTE – 2019

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