Recensione di Nella Pietra E Nel Sangue – Gabriele Dadati

Recensione di Nella Pietra E Nel Sangue – Gabriele Dadati

Nella Pietra E Nel Sangue di Gabriele Dadati è un romanzo molto particolare. Scritto con un capitolato al passato, siamo nella primavera del 1249, e uno ai nostri giorni.

Infatti Dario Arata, un giovanissimo neolaureato e studioso di Dante, ha iniziato una ricerca sulla vicenda di Pier delle Vigne, favorito della corte di Federico II, morto suicida dopo che l’imperatore lo aveva spogliato di ogni ricchezza e allontanato dalla sua corte.

Il motivo? La storia che da sempre conosciamo, e che anche Dante ripercorre nel XIII canto, è che Pier delle Vigne tradì il suo signore che comunque lo lasciò libero di fuggire ma egli distrutto si suicidò lanciandosi a testa bassa contro la facciata della Chiesa di San Paolo in Ripa a Pisa, morendo così in una maniera atroce.

In Nella Pietra E Nel Sangue, l’autore ci fa entrare nella storia ripercorrendo gli ultimi anni di Pier delle Vigne, alla ricerca del motivo del suo tradimento e del perché si uccise lasciando la sensazione che ci sia qualcosa di spaventoso da rivelare.

Intanto corre anche il racconto della storia di oggi tra Dario e la sua fidanzata Lucia, alle prese con il momento della vita in cui smetti di essere studente e devi trovarti la strada nel mondo reale.

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Le difficoltà, le paure, le speranze, tutte vissute insieme, perché insieme appare più facile ogni cosa.

L’autore dà prova di conoscenza storica profonda e di grande capacità descrittiva riuscendo a fondere perfettamente gli elementi del romanzo storico con quelli della narrativa contemporanea.

Per gli amanti della grande storia italiana ma non solo. Un concentrato di fatti e narrazioni che vi terrà sempre attenti a quello che accadrà nella prossima pagina. Con un particolare gioco di salto temporale che lo rende un romanzo assolutamente originale.

NELLA PIETRA E NEL SANGUE – BALDINI + CASTOLDI – 2020

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