Recensione di Il Sorriso Del Bulldog – Dominique Enright

Recensione di Il Sorriso Del Bulldog – Dominique Enright

Il Sorriso Del Bulldog, una citazione:

“Vedo che si dice che i leader dovrebbero ascoltare con le orecchie a terra. Quello che posso rispondere è che la nazione britannica troverebbe molto difficile ammirare leader sorpresi in questa goffa posizione.”

In guerra gli Inglesi rappresentarono Churchill con le sembianze di un muscoloso bulldog britannico, il cane da combattimento contro i tori che riassumeva perfettamente lo spirito indomabile della nazione, da qui il titolo italiano del libro originale di Dominique Enright “The Wicked Wit of Winston Churchill”, che può essere tradotto in diversi modi, tutti però riconducibili ai concetti di intelligenza, arguzia, spirito, combinati con un tagliente senso dell’umorismo e intrisi di sana malizia.

Con un lavoro certosino, Dominique Enright ha cercato il meglio dell’umorismo churchilliano, e ne ha messo insieme una collezione che risulta preziosa due volte, perché l’antologia ci regala un impagabile divertimento e perché possiamo piluccarcela a piacere.

Il Sorriso Del Bulldog non costituisce l’edizione integrale dell’opera di Enright pubblicata a Londra nel 2001, bensì una selezione, una summa delle arguzie del grande statista., perché alcune citazioni, senza una minuziosa spiegazione del milieu storico-politico o delle specifiche circostanze occasionali, sarebbero risultate enigmatiche per il pubblico italiano.

In ogni caso, le citazioni, gli aneddoti, le situazioni, le persone che vi compaiono tratteggiano a pennellate impressionistiche una rapida biografia di Churchill: ogni episodio, al di là del significato intrinseco, è un flash su qualche piega del suo carattere, una cartina di tornasole che ne svela piccoli, reconditi aspetti.

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Dalle pagine insaporite e inebriate dal suo proteiforme ingegno balza agli occhi il ritratto di un uomo caustico e amabile, callido e candido, semplice e complesso, determinato e fiducioso, nobile senza alterigia e modesto senza debolezza.

Benché Churchill sia giustamente famoso come oratore e i suoi discorsi, mai improvvisati, siano celebri per la loro fluente scorrevolezza e il potere di muovere l’animo e destare l’immaginazione, la maggior parte di essi non potrebbe essere descritta come maliziosa o arguta, tranne che per un certo modo spiritoso di usare il linguaggio e per le metafore impiegate.

Se ne riportano alcuni lampanti esempi:

Sul Maresciallo Montgomery, considerato uno dei più brillanti capi militari d’Inghilterra: “Nella sconfitta, imbattibile; nella vittoria, insopportabile.”

Su Hitler: “Non odio nessuno eccetto Hitler. Professionalmente.”

A proposito invece di Charles de Gaulle: “Somiglia a una femmina di lama appena sorpresa al cesso.”

Su Stafford Cripps (uomo di Stato laburista, cancelliere dello Scacchiere dal 1947 al 1950): “Possedeva tutte le virtù che non mi piacciono e nessuno dei vizi che ammiro.”

Ancora, su Arthur Balfour (conservatore, Primo Ministro dal 1902 al 1906): “L’onore di un primo Ministro, come la virtù di una signora, non è suscettibile di parziale diminuzione.”

Questa raccolta di aneddoti, aforismi, giochi di parole, epigrammi, bons mots e facezie dimostra che, anche preso in pillole, Churchill è semplicemente un colosso ammirevole e divertente per traboccante umanità e brillante umorismo. Le sue frecce, peraltro, non sono mai intinte nel fiele del disprezzo o della malvagità.

Come negli altri campi in cui si distinse per le sue eminenti qualità, più uniche che rare, come la politica, l’oratoria, la storia, la letteratura, la strategia, la capacità di comando, Sir Winston resta ineguagliabile anche nella sua capacità di cogliere e dipingere, con indulgente simpatia e divertita intelligenza, il lato comico di persone, cose, situazioni.

Tutto in Churchill, secondo una definizione di sapore ciceroniane, hominis ingenui est. Tutto in lui è proprio di un uomo ben nato.

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