Recensione di Milano Di Carta – Michele Turazzi


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Se hai vissuto a Milano come me, leggere la Milano Di Carta di Michele Turazzi è un vero piacere perché ti aiuta a fare un giro lunghissimo nelle strade, nelle piazze, in posti noti e meno noti e lo fai in compagnia dei più grandi scrittori di tutti i tempi.

Se invece, tu lettore, conosci poco Milano allora non hai che da guardare la cartina “letteraria” in fondo al libro e ti troverai Bianciardi a Brera, la Merini sui Navigli, la Via Paolo Sarpi quartiere degli ortolani, prima che mutasse pelle e diventasse la chinatown milanese. E dove andava Hemingway a prendere il caffè? Dove abitava Lalla Romano? E Scerbanenco?

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Un ‘Bignami delle letteratura’, un racconto appassionato quello di Michele Turazzi, trevigiano trapiantato nella città meneghina che mostra di amare moltissimo e alla quale rende omaggio. Un lavoro certosino per regalare al lettore tante belle pagine dedicate alla città, voce narrante mai “protagonista”, non ruba la scena Michele Turazzi quando racconta la sua Milano Di Carta, io scelgo per voi un piccolo tragitto regalandovi un assaggio di percorso un po’ particolare:

siete a Brera, andate verso i Giardini Pubblici:

“da Via Brera è semplice arrivarci, è sufficiente imboccare Via Fatebenefratelli e percorrerla fino in fondo. (Più o meno a metà della strada ci troviamo a costeggiare la Questura che (…) è stata protagonista di alcune tra le pagine più nere della nostra Repubblica, qui, nel 1969, muore Giuseppe Pinelli, dopo essere stato ingiustamente accusato della strage di Piazza Fontana (…). All’inizio degli anni di piombo, nessun luogo a Milano possedeva un nome che strideva così tanto con il proprio significato Fatebenefratelli). Infine arriviamo in Via Cavour sul cui incrocio dalla geografia incerta si affacciano allo stesso tempo un arco medioevale e uno dei primi grattacieli cittadini. Al di là del groviglio dei semafori, si aprono i Giardini Pubblici.”

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“In ottobre, torniamo ai Giardini con la barca; ma la vasca è asciutta. Emiliano si consola con la contemplazione degli uccelli pigiati nel canale che scorre esterno allo zoo, tra una siepe e una rete. Non si stanca mai – come me – di osservare i toni profondi, morbidi, sontuosi delle anatre dal petto rigonfio.”
Racconta Lalla Romano.

Allora buon viaggio, a chi a Milano non è mai andato e ci andrà in compagnia di Michele Turazzi e la sua Milano Di Carta, buon viaggio a chi invece c’è già stato e ci tornerà con una bussola nuova, come me.

MILANO DI CARTA – IL PALINDROMO EDITORE – 2018

 

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