Recensione di Non Morirò Stanotte – Karim Franceschi

Recensione di Non Morirò Stanotte – Karim Franceschi

Non Morirò Stanotte, una citazione:

“E poi è solo musica, che avvolge ogni cosa. Le nuvole che scorrono rapide sotto di me, Roma che appare maestosa e impossibile appena sotto il cielo, un controllo alle uscite in cui biascico qualcosa di cui neppure mi rendo conto. E poi lei, un po’ in ritardo, che si guarda intorno e ancora non mi ha visto. Lei, il motivo per cui dovevo a tutti i costi sopravvivere a questa guerra.”

Karim Franceschi nel 2014 è stato l’unico italiano a recarsi in Siria per combattere contro l’Isis, contribuendo alla prima grande sconfitta dello Stato Islamico a Kobane.

Da quella esperienza, è nato “Il combattente”, il suo primo libro, un successo editoriale da oltre 40.000 copie vendute.

A distanza di due anni, sentendo che la sua missione non fosse ancora compiuta, Karim torna in Rojava, nella Siria devastata dalla guerra civile. E proprio a Kobane, città in rovina ma ora libera.

Rimanere in Italia non era possibile: i volti dei suoi compagni caduti martiri sono fantasmi che non lo abbandonano, come non lo abbandona mai l’ideale di libertà e democrazia del popolo curdo, che lo ha spinto a partire per il fronte una prima e una seconda volta nel giro di pochi mesi.

La sua permanenza in quei luoghi lontani non è ancora finita, lo scopo non è ancora raggiunto. Deve tornare a essere heval Marcello, deve partire di nuovo e con un sogno nel cuore più grande di lui: gli ci vorrà quasi un anno per realizzarlo, e il prezzo sarà salatissimo.

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Con l’esperienza militare di chi è già stato in prima linea, torna a combattere al fianco dell’Ypg (Unità di protezione del popolo), con l’obiettivo, questa volta, di formare un suo battaglione, un suo tabur, composto di compagni internazionalisti, partiti dai più disparati Paesi occidentali, con cui condividere gli stessi princìpi di libertà e far cadere Raqqa, la capitale dello Stato islamico, in una battaglia “cento volte peggio di Kobane”.

Non Morirò Stanotte è la storia di una guerra, ma non solo. È anche la storia di un viaggio, prima di tutto umano, di una recluta che diventa comandante, di compagni che diventano fratelli. Di un gruppo di ragazzi apparentemente folli ma uniti come un pugno.

È il racconto di un popolo fiero, forte e duro come la pietra, di un ideale e del prezzo che bisogna inevitabilmente tributargli.

Operazioni d’assalto portate avanti nelle nere notti del deserto, scontri e imboscate, addii che non vogliono mai essere detti e vittorie troppo spesso a metà. Un racconto dove è impossibile tenere il conto delle sigarette fumate al buio, delle lacrime e delle pallottole, sullo sfondo del paesaggio lunare di città in ginocchio, in un olezzo costante di fumo e sangue. Un resoconto crudo e drammatico degli scontri per ristabilire la democrazia in Siria.

Ma, soprattutto, è la storia di un uomo di neppure trent’anni che sceglie di vivere la tragedia di un conflitto in un Paese che non è il suo, perché convinto che la guerra al fondamentalismo lo riguardi, come riguarda l’umanità intera.

Ebbene, ho ritrovato in queste pagine, seppur in altra forma, il pathos e l’idealismo di “Terra e Libertà” di Ken Loach.

E questo francamente mi ha commosso.

Grazie Karim.

NON MORIRO’ STANOTTE – BUR RIZZOLI – 2018

 

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