Parente Di Vasco è un viaggio pazzo nella mente di un fan sfegatato di Vasco Rossi. Sfegatato anche perché si fa un sacco di gin tonic. E forse proprio quelli potrebbero annebbiarlo nella ricerca di un obiettivo arditissimo. Rapire Vasco Rossi.
Si comincia con una giornata estiva in una Roma calda e vuota d’intenti. Con un bar, il Siciliano, come unica oasi e base operativa.
In Parente Di Vasco, assistiamo alle vicissitudini tragicomiche di un uomo di quarantotto anni che non ha mai superato la perdita del padre, non va d’accordo con la moglie, ma ha una luce come guida vitale: sua figlia.
Una figlia che egli stesso non avrebbe voluto per la mentalità talmente aperta da trasformarsi in chiusa. Con un senso blando da dare alla vita, a noi umani, all’universo stesso. Ma che invece risulterà la più grande gioia al mondo. Questo anche a intendere che neppure il resto delle obiezioni potrebbero, in realtà, essere del tutto fondate. Come gli suggerisce anche sua moglie, ultimamente.
Ne esce fuori un romanzo schietto e sincero, come solo Massimiliano Parente sa essere, estremamente realista e realistico quando si tratterà di andare a rapire Vasco.
Si vagherà nei pensieri del protagonista, alle volte fermamente cinici, ma altre volte di un tenerezza disarmante. Come se una corazza spessa di disprezzo dovesse difendere un’anima molto buona ma fragile e magari anche confusa in quelle scelte che ai più sembrerebbero banali.
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Non mancano i colpi di scena e numerosi collegamenti alle canzoni di Vasco Rossi. Con citazioni che fanno riflettere e mettono in nuova luce molte della canzoni che tutti abbiamo ascoltato.
L’incipit è uno spasso, un ‘tiradentro’ fenomenale:
“Non posso fare a meno di Parente, delle sue opere, del suo pensiero,” dice Vasco in un’intervista che ha rilasciato al TG1, a Vincenzo Mollica. Com’è carino, ogni volta mi emoziono.
Non ho mai capito perché si facciano tutti intervistare da Vincenzo Mollica, e Vincenzo Mollica intervista tutti nello stesso modo, come se intervistasse sempre il migliore di tutti. Intervista Vasco e sembra un fan di Vasco, intervista Celentano e sembra un fan di Celentano, intervista Baglioni e sembra un fan di Baglioni. Mentre se sei un fan di Vasco non puoi esserlo di Baglioni né di Celentano. Io se fossi Vasco avrei detto a Mollica di andarsene affanculo e andare a intervistare Baglioni e Celentano.”
Il ritmo del libro è decisamente rockettaro. Con una montagna di riflessioni accattivanti. La trama scorre indiavolata. Si vuole, anzi si deve, sapere cosa succederà la pagina dopo. Senza fermarsi mai, si vola fino a pagina 108 con un finale ironico e delicato, tenero ma anche cinico, amorevole e grandioso.
Parente Di Vasco è un romanzo semplicemente struggente. Un altro libro alla Parente, insomma.
PARENTE DI VASCO – LA NAVE DI TESEO – 2018
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