Recensione di Strikers – Alessandro Colombini

Recensione di Strikers – Alessandro Colombini

Strikers. Potrebbe essere letteralmente tradotto come “attaccanti”. Beh, in fondo gli irlandesi lo sono dalla nascita.

Tanto attaccanti ma anche un po’ difensori, molto battaglieri ma forse perché loro stessi attaccati.

Il calcio è la metafora del popolo. Il calcio è espressione della comunità, a volte riscatto sociale, a volte strumento di rivincita o facile mezzo per sfogare becere repulsioni covate nel tempo.

Ma 22 soggetti che corrono dietro ad un pallone possono rappresentare un’intera comunità? Possono indirettamente dichiararsi i difensori (o gli “strikers”, gli attaccanti, fate un po’ voi) di una comunità ghettizzata come quella dei repubblicani in Irlanda del Nord?

Strikers lo racconta bene al lettore.

Spiega che in Irlanda ci sono due nazionali: quella irlandese, degna rappresentante della gente della Repubblica e quella nord irlandese, emblema della comunità lealista fedele alla corona britannica.

Capita che sei di Belfast o di Derry, sei Repubblicano e tifi Irlanda. Capita che a meno di 5 km da casa tua c’è un tizio che odia la tua nazionale e tifa Irlanda del Nord. Scherzi della vita. Paradossi quasi inconcepibili, paradossi d’Irlanda.

Così come capita che ti chiami James McClean, irlandese di Derry, Repubblicano e cattolico, che rifiuti di indossare la casacca nord irlandese e ti trovi ad esaudire il tuo sogno: essere il capitano dell’Irlanda, la nazionale che rappresenta il tuo paese.

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Addirittura può capitare che nasci come il migliore, come Best, George Best. Sei irlandese di Belfast, famiglia protestante e lealista ma in fondo della politica e del conflitto che dilania la tua terra ti importa poco.

A te importa essere il migliore. Diventare una leggenda del Manchester United, una leggenda mondiale capace di superare ogni conflittualità latente.

Strikers svela tutto questo. Il libro di Alessandro Colombini rivela l’onorevole storia dello scomparso Belfast Celtic FC, la romantica favola del Derry City FC e dei conseguenti cruenti scontri calcistici (e di comunità) con i tifosi della squadra lealista per eccellenza: il Linfield.

Strikers è un viaggio dell’autore tra i luoghi sacri d’Irlanda: i pub. Tra la gente vera d’Irlanda, tra chi orgogliosamente porta alto il vessillo della propria comunità.

Perché il settarismo in Irlanda del Nord penetra anche nel mondo calcistico.

E lo fa nemmeno troppo velatamente. Si respira tra i gradoni di uno stadio di periferia e si propaga tra quartieri come West Belfast, Bogside o Shankill.

Un viaggio dove traspare tutto l’amore per l’isola verde:

“L’Irlanda immaginaria, volendo fare i colti, è la vita che non abbiamo fatto. È il ripostiglio di ciò che esiste e non possediamo, di ciò che potrebbe essere e non è. Ma alla fine c’è, sta lì. Come potenzialità, a guardarla da vicino. Mai come frustrazione.”

L’amore, però, è sofferenza, è un sentimento che a volte può portare ad un realismo quasi eccessivo: “Ma quegli abbracci e quelle birre offerte non scalfivano la mia convinzione: niente è come esserci nati.”

STRIKERS – RED STAR PRESS – 2018

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