Recensione di Zebù Bambino – Davide Cortese

Recensione di Zebù Bambino – Davide Cortese

Zebù Bambino inizia così:

Scoccano insieme
la mezzanotte e il mezzogiorno.
È l’ora di un eterno crepuscolo.
Due miei volti si specchiano
nelle ginocchia sbucciate
del demone bambino.

Zebù, diminutivo affettuoso di Belzebù, è un bambino, certo non un bambino qualsiasi, ma in questa antologia di poesie a lui dedicate ciò che risalta è proprio la sua fanciullezza.

Le rime bambinesche, come quelle delle filastrocche che ci leggevano da cuccioli, la scuola, i giochi con le bambole, cui ovviamente mozza la testa…

Incendia la torta del suo compleanno
chiude gli amici nel vecchio capanno.
Scarta da solo i regali avuti.
Brucia il capanno e tanti saluti.

Zebù Bambino è rabbioso e solitario o più semplicemente e tristemente solo…

Talvolta se ne sta solo
ginocchia sotto il mento

in cima ad un pensiero
battuto dal vento.
Nessuno lo vede e piange

nel silenzio che fa spavento.
Lacrima zolfo, il piccolo Zebù
gocce che sfrigolano
cadendo giù.

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Monello dall’indole maligna e scellerata è Zebù e riusciamo, in questo libro del poeta Davide Cortese, a vedere per ciò che è, soprattutto un bambino.

Oltre all’uso delle parole, ho adorato questo di Zebù Bambino, l’approccio così diverso, per certi versi disarmante e affascinante.

Il demonio della letteratura cristiana, non lo avevo mai considerato in tal veste. Prima dell’adulto.

Durante l’intera lettura lo si riesce a vedere, lo abbiamo davanti nella semplicità, nell’ingenuità e fragilità delle cose dei bambini…
Quando in petto lo strugge
un arcano bisogno d’amore
va a rubare all’emporio del gobbo
un lecca lecca a forma di cuore.

In Zebù Bambino troviamo anche Gesù bambino, i suoi genitori, ed elementi come il tempo, l’amore, la tenerezza e soprattutto il linguaggio, che come una solida barca ci traghetta in un luogo e in un tempo in cui non siamo mai stati.

Spiazzante la dualità che ci si pone davanti, come percepiamo il mondo adulto e quello dei piccoli, come ne assorbiamo il malvagio che diversamente dosato è in tutti noi.

Quanto cambia come respiriamo tutto ciò.

A chi aspramente lo rimprovera
per qualche suo scherzo atroce
“L’ho imparato dagli uomini”
ogni santa volta dice.

Zebù Bambino prima di essere un libro è un’esperienza, da cui ciascuno può trarne diverse e più cose.

A me, tra le altre, ha lasciato un senso di infinita tenerezza e la voglia di cullarlo e tenerlo stretto tra le mie braccia. È un bambino.

ZEBÙ BAMBINO – TERRA D’ULIVI EDIZIONI – 2021

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