Recensione di Triste America – Michel Floquet

Recensione di Triste America – Michel Floquet

Triste America di Michel Floquet è un ritratto doloroso e duro dell’America, sogno dell’immaginario di molti di noi, ma Paese in realtà fatto di un castello di illusioni che l’autore sapientemente e soprattutto dati alla mano riesce pagina per pagina a distruggere.

Descrivendone le principali contraddizioni, Michel Floquet tratta tutti i principali argomenti americani: la ricchezza che è appannaggio di pochi (i più ricchi negli Stati Uniti sono solo l’0,1 percento della popolazione), i privilegi a partire dall’istruzione, costosissima e culla delle disuguaglianze e che rende assolutamente privo di significato e senza alcun valore la promessa del “Sogno Americano”.

Michel Floquet in Triste America lo descrive così: “il sogno americano è solo uno slogan privo di senso”.

Le guerre, tante, quelle in cui gli americani, che si rinventano paladini della giustizia e del mondo, combattono in Paesi lontani e quelle alle origini della loro civiltà, che hanno visto distruggere intere popolazioni pre-esistenti. Gli indiani, per esempio.

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La violenza, quella quotidiana, quella comune, che fa armare i normali cittadini, sulla base di un principio costituzionale (più di trecento milioni sono gli esemplari di armi in circolazione, undicimila morti in media all’anno!), è un tema dibattuto ma che non trova mai soluzione, ma solo pubblicità alle solite lobby oligarchiche.

In Triste America poi c’è la politica, spiegata in tutti i suoi più complicati passaggi. Il grande flop del tanto celebrato Presidente Obama. Il fallimento del suo progetto è l’incompiutezza delle sue riforme, fino all’ultimo profetico capitolo dedicato a Donald Trump.

Non si può pensare di conoscere bene gli Stati Uniti senza aver prima letto Triste America. Un dissacrante libro, che rende tutto vero tramite accurate storie riportate, analisi e documenti citati, statistiche e testimonianze. Fa apparire questo Paese come “un impero in avaria”, “incapace di reinventarsi”.

TRISTE AMERICA – NERIPOZZA – 2016


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