Disastri, una citazione:
“Sterminare i bambini è una cosa crudele. Ma qualcosa con loro bisogna pur fare.”
Disastri è una delle opere più originali e profetiche della narrativa russa del secolo scorso.
Per tutta la vita Daniil Charms è stato considerato un autore per bambini – e lui i bambini non li sopportava.
Mentre le sue fiabe bislacche popolavano libri e riviste illustrate dandogli qualcosa di cui campare, scriveva febbrilmente anche racconti per adulti, altrettanto immaginifici ma abitati da una malinconia lancinante.
Come fiabe andate a male.
Agli albori dell’URSS questa sua fantasia disperata era però tollerabile solo se confinata dove era meno pericolosa, nella letteratura infantile.
Erano gli adulti i veri bambini, da motivare e consolare con romanzi edificanti volti a glorificare l’ascesa del proletariato.
Così, mentre fuori infuriava il realismo socialista, Daniil Charms scovava mondi impossibili tra le pieghe della realtà più prosaica.
Vecchie pettegole che si ribaltano dalla finestra, curiosi che si rompono l’orologio cercando di cogliere l’attimo, uomini seppelliti vivi che si rallegrano del bel funerale, uccelli dotati di denti (o forse no), sfide mortali a colpi di cetriolo, caterpillar col muso coperto di polvere.
Un arsenale incredibile di storie che circolerà a lungo solo clandestinamente nei samizdat, libri illegali ricopiati a mano o battuti a macchina di nascosto.
Paolo Nori, che ci ha rivelato la grandezza di questo pioniere della letteratura dell’assurdo, seleziona e monta insieme centinaia di frammenti narrativi, alternati a stralci dei diari, in cui Charms mette a nudo la sua tragica quotidianità.
L’affresco di personaggi funambolici e animali incredibili si intarsia così con il minuto resoconto di una vita agra, vissuta ai margini della società letteraria fino a quando l’occhio fosco del Partito non si posa su questo strambo dissidente.
Il regime cercò di cancellare Charms lasciandolo morire in un manicomio, ma per fortuna ha fallito. A noi, del mondo a venire, resteranno per sempre questi sfavillanti lampi di letteratura che lui chiamava “scemenze”.
Perché la scrittura, anziché stenografare la realtà, può reinventarla, così che ci appaia più vera.
Disastri se vuoi lo compri QUI
Daniil Ivanovič Juvačëv (San Pietroburgo, 1905 – Leningrado, 1942), meglio noto come Daniil Charms, dopo un apprendistato nell’avanguardia russa si dedicò alla poesia e alla narrativa, ma visse solo grazie a libri e riviste illustrate per l’infanzia.
Si dice che all’inizio degli anni quaranta uscì di casa dicendo «Vado a comprare le sigarette», e nessuno lo vide più. In realtà, già arrestato negli anni trenta con l’accusa di realizzare arte antisovietica, morì di fame in un manicomio durante l’assedio di Leningrado.
La sua riscoperta avverrà solo a partire dagli anni ottanta, grazie alla gigantesca mole di racconti e frammenti narrativi mai pubblicati in vita e antologizzati in questo volume.
Si trovavano in una valigia piena di manoscritti, che l’amico e filosofo Jakov Druskin salvò dalle macerie della casa di Charms.
La prosa di Charms rende possibili mondi inverosimili, trasforma la realtà più truculenta rendendola grottesca, straniante.
È stato un alfiere dell’assurdo prima che il nonsense divenisse una categoria letteraria, ben prima di Beckett e Ionesco.
Tutto è arbitrio e casualità, come la vita, che può essere tanto esilarante quanto angosciante.
Il mondo che ci circonda fa schifo e gli esseri umani stanno a pezzi.
Ma si può comunque sopravvivere a questo inferno, perché “quando la persona che parla con te dice delle cose assurde, sii gentile con lui e dagli ragione”.
DISASTRI – UTET – 2022
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.