Forse Sei Già Felice E Non Lo Sai è il nuovo libro di Paolo Borzacchiello. O meglio è il nuovo capitolo dell’epopea ‘borzacchielliana’ sullo studio della parola.
Può la parola giusta cambiarci la vita? Secondo Paolo Borzacchiello (e anche secondo il qui umile scrivente) sì.
In Forse Sei Già Felice E Non Lo Sai proseguiamo quel discorso tanto unico quanto proficuo cominciato con “La parola magica” (leggi la recensione QUI). Il discorso verte sull’uso migliore delle parole, dei nostri discorsi e dei nostri bisogni collegato al miglioramento della nostra condizione di vita.
La vita quella che viviamo tutti e che ci rende tutti uguali. Proprio partendo da qui un Paolo Borzacchiello disincantato e costruttivo ci mette al corrente della sua storia personale. Narrata con un punto di vista assolutamente umano. Fragile come la nostra essenza.
“Dopo la pubblicazione di Basta dirlo, ho pensato a lungo a come impostare questo nuovo lavoro, per renderlo degno di essere scritto e di essere letto. Alla fine ho deciso di vestire i panni del mentore, un ruolo che in molti mi riconoscono, e di dedicare le pagine che seguono a una serie di di istruzioni terribilmente severe e incredibilmente pratiche, per poi permettervi di compiere questo viaggio nel modo più lieve possibile, inciampando un po’ di meno, evitando qualche ostacolo, gestendone altri.
“Basta dirlo” è il titolo precedente dell’epopea borzacchielliana, la nostra recensione la trovi QUI
L’autore quindi punta a un discorso intimo col pubblico senza però lasciare fuori nessuno. Non bisogna pensare che se non hai letto i precedenti capitoli (le nostre recensioni le trovi QUI) allora questo non va bene per iniziare. Tutt’altro perché in Forse Sei Già Felice E Non Lo Sai, Borzacchiello supera se stesso proprio per supportare questa nuova ottica spassionatamente umana.
C’è infatti un superamento di tutte le precedenti posizioni verso una visione più consona al presente. Al quotidiano. All’attimo che fugge, l’unica particella di vita della quale siamo davvero padroni. Tra passato ormai andato e futuro ignoto, quello che ci serve quindi per la crescita auspicata dall’autore è la capacità di gestire al massimo il presente.
Come? Educando il nostro cervello a fruire al momento giusto delle nostre necessità. Come? Cercando di parlare nel modo migliore possibile. E ancora come? Sfruttando le nuove leve di crescita contenute in questo libro.
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Se una volta alcune parole venivano etichettate come cattive, tossiche, poco utili ai nostri bisogni, oggi hanno una veste più pratica. Non è detto che siano sempre fuori luogo per sostenerci.
Il ‘no pain no gain’ auspicato dai motivatori tradizionali diventa ‘no pain no game’ ovvero se non ci fa stare bene, non conviene sbatterci la testa. Ampio spazio c’è nel libro per svestire di gloria i tanti coach che s’improvvisano santoni motivazionali dopo qualche lettura dedicata.
La felicità diventa un naturale e intricato incrocio di situazioni cerebrali e non più un’aspettativa perenne. Fuggevole e quindi da vivere appieno.
Tanti sono gli esempi, i riferimenti, gli esercizi ai quali il lettore può affidarsi in questo lungo viaggio verso una consapevolezza di sé che parte proprio dalla certezza del mentore Borzacchiello che ogni cosa che viviamo è reale che molte cose non si possono cambiare, che una ‘botta di culo o di sfiga’ è assolutamente casuale e che accettare una disfatta, quando arrendersi, può rappresentare un grande atto di coraggio e benevolenza verso noi stessi.
Ognuno ha la sua storia con attitudini, sogni e desideri, per questo bisogna cavalcare la vita per rendere tutto reale sfruttando le parole più adatte.
“Il nostro vocabolario racconta la nostra storia, i nostri schemi mentali, le nostre abitudini, il nostro modo di intendere la vita, le nostre convinzioni, le nostre paure e persino i nostri sogni. Dice chi siamo. Parla di nostro padre e di nostra madre, delle nostre delusioni, del dolore patito. Dice tutto di noi, appunto. Racconta la nostra storia, una storia che non è detto che ci piaccia, e soprattutto, una storia che non è detto che vogliamo raccontare ancora. Possiamo scriverne altre.”
Quindi vocabolario, applicazione, dedizione e tanta voglia di vivere diventano il leitmotiv, il consiglio e l’insegnamento del mentore. Fino a puntare a unire le parole in una storia, la nostra, che va resa più densa e emozionante possibile.
A proposito di emozioni c’è un capitolo speciale che ne racconta l’uso migliore e una gestione accostata alla Medicina Tradizionale Cinese che ne svela nuovi risvolti legati anche ai piccoli dolori quotidiani come infiammazioni, crampi, coliche, eccetera.
Emozioni che collegate alle parole giuste possono inventare nuove storie per accendere nuove luci sulla nostra vita. Basta dirle.
“La nostra vita, cioè, è composta al 99,99 percento di storie che ci hanno raccontato o che ci raccontiamo. Vale la pena quindi raccontarle bene, decidere che tipo di trama tessere e – per quanto possibile – che tipo di vicende affronteranno i personaggi di questo bizzarro e a tratti meraviglioso film che è, appunto, la nostra esistenza.”
Largo spazio quindi all’amore per il lettore, per la sua vita e per una felicità pratica e sostenibile giorno per giorno. Anzi, secondo per secondo partendo da una domanda, anzi due: “Cosa ci rende felici? Cosa ci fa battere il cuore?”
FORSE SEI GIA’ FELICE E NON LO SAI – MONDADORI – 2022
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