Il Sentiero Del Gigante. Europa. Irlanda del Nord. Belfast.
Qui la vita è dura. Le prepotenze sono all’ordine del giorno, la violenza è di casa, i pericoli sono costantemente dietro l’angolo.
Lo sa Marcos, lo sa suo fratello Luca. Anzi, lo sapeva Luca.
Luca e l’Irlanda. Un amore sbocciato presto, un vincolo sentimentale troppo forte con la terra dei Celti, un legame così forte da portarlo alla morte. Una morte avvolta nel mistero.
Marcos è così pronto. Sono passati trent’anni ma vuole l’isola verde a tutti costi, vuole sapere di più su questa affascinante e contraddittoria terra. Vuole sapere di suo fratello: indagare, investigare, non lasciare nulla di intentato.
Il giornalista italiano sbarca così in quel di Belfast. Una città dilaniata da un conflitto secolare ma che ora sembra essersi lasciata alle spalle quell’impennata di violenza distruttiva tipica degli anni ’80. O così sembra.
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Le paure rimangono. Rimane quell’inquietudine che non abbandonerà mail la gente di West Belfast, che non lascerà mai la comunità nazionalista, vittima dei soprusi dei vicini unionisti e della politica scellerata di Sua Maestà Inghilterra: “Era la stessa paura di trent’anni prima, quando la città bruciava del fuoco dei Troubles.”
In Il Sentiero Del Gigante Marcos va dritto per la sua strada, ne è convinto. Intraprende un percorso complicato, rischioso, quasi avventato. Ma avrà ragione, forse.
Prima Ingram, poi Freddie Scappaticci. Due personaggi ambigui, quelli di cui aver paura, quelli da cui diffidare: il primo agente della Military Intelligence britannica, il secondo militante repubblicano diventato poi spia per eccellenza al servizio degli inglesi. Loro rappresentano la via diretta per arrivare alla verità, solo loro possono fornire una risposta alle domande sulla prematura scomparsa di Luca: perché morire così? Cosa nasconde la sua morte?
Luca non può essere stato un traditore, aveva troppo a cuore la causa irlandese. Era venuto a Belfast per assaporarne la giusta essenza, per scovarne l’anima. Marcos lo sa: “Luca non avrebbe mai venduto la sua donna a una spia. Era troppo innamorato di un sogno. Il sogno della libera Irlanda, di Bobby Sands e tutto il resto.”
Poi, ecco Maud. Lei aveva rappresentato, per Luca, l’amore in terra irlandese. La volontaria dell’Esercito Repubblicano Irlandese, una di quelle donne che non vuole arrendersi alla prepotenza del vicino unionista e vuole combattere ad ogni costo l’esercito di occupazione britannico. Anche a costo di morire. Sì, ma per l’Irlanda unita.
Anche Maud nasconde qualcosa? Forse anche l’ex militante repubblicana intende offuscare la cruda verità?
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Marcos si getta a capofitto nel sottobosco della working class di Belfast. Tra militanza, disoccupazione, giro di droga e di prostituzione.
Cosa scoprirà il giornalista italiano?
Il Sentiero Del Gigante è un romanzo che rapisce: coinvolgente, attraente, crudo ma intenso.
Belfast viene descritta così com’è. Fragile, tormentata. Terribilmente vera.
Il lettore non farà fatica a ritrovare il sentimento profondo che lega l’autrice all’isola. Il romanzo di Giulia Caruso è frutto di passione e conoscenza, è la prova tangibile del suo amore per l’Irlanda. Per Belfast in particolare.
L’Irlanda ha l’indiscutibile merito di rapirti, di farti innamorare, di non lasciarti più.
Lo sanno gli irlandesi. Lo sa tutta la comunità nazionalista di Belfast. Lo sanno gli eroi degli scioperi della fame. Lo sapeva Bobby Sands.
Lo sa Marcos. Lo sapeva Luca.
“…parlava di un giovane prigioniero irlandese che si era ribellato a una Strega di Ferro che dominava il suo paese e che dal carcere aveva lanciato un’offensiva a colpi di digiuno. E che non si era mai arreso. Fino da lasciarsi morire.”
IL SENTIERO DEL GIGANTE – PORTO SEGURO EDITORE – 2016
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