La Casa Della Moschea, una citazione:
“Era loro dovere tacere, esattamente come avevano dovuto tacere altre volte tutte le nonne prima di loro. Dovevano avere un cuore grande per potervi seppellire tutti i segreti della casa che nessuno doveva sapere. Loro non avevano visto né sentito niente.”
«Ho scritto questo libro per l’Europa. Ho scostato il velo per mostrare l’Islam come modo di vivere… un Islam moderato, domestico, non quello radicale.»
È tornando all’Iran delle sue radici che Kader Abdolah si fa tramite tra culture, raccontando l’epopea di un’influente famiglia persiana i cui destini s’intrecciano alla storia del suo popolo.
Una saga che fa vivere dall’interno e capire le trasformazioni cruciali di un paese sempre al centro degli equilibri mondiali.
La storia si dipana negli anni che vanno dallo sbarco sulla Luna alla fine della guerra con l’Iraq, dal regime dello scià al post-Khomeini.
Un romanzo con cui Abdolah segna la sua sofferta e complessa riconciliazione con il proprio passato.
È Aga Jan il personaggio centrale, ricco mercante e capo del bazar di Senjan, nel cuore della Persia, patriarca della casa della moschea, dimora secolare dove regna l’armonia delle antiche tradizioni e, all’ombra dei minareti, si annodano amori, matrimoni, sogni, tresche e preghiere come i fili dei tappeti.
Finché il vento della Storia irrompe nella casa e trascina con sé i figli della moschea, rendendoli protagonisti degli eventi più drammatici.
Se il nipote Ghalghal diventerà addirittura braccio destro di Khomeini, nessuno si sottrae alle responsabilità del momento: chi lotterà contro l’oppressione, chi ne sarà strumento, chi farà esplodere i cinema e chi con la sua videocamera registrerà i fatti che faranno il giro del mondo.
Solo il saggio e paziente Aga Jan rimane nell’occhio del ciclone, testimone del presente e custode del passato, fedele alle sue radici e a una religiosità che offre un’immagine dell’Islam ben diversa da quella trasmessa dai media occidentali, una fede profondamente umana.
Kader Abdolah, nato in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, rifugiato politico in Olanda dal 1988, è diventato uno dei più importanti scrittori di questo Paese.
La Casa Della Moschea, votato dai lettori olandesi come la seconda migliore opera mai scritta nella loro lingua, è Premio Grinzane Cavour 2009.
Attraverso la storia di una famiglia e di un’antica casa Abdolah ci fornisce le coordinate della storia iraniana degli ultimi cinquant’anni.
E nel frattempo ci fa affezionare ai suoi personaggi, alcuni davvero indimenticabili. L’evoluzione di alcuni di loro più di altri rispecchia le tensioni e i cambiamenti epocali in cui si trovano a vivere.
Ma c’è per tutti la possibilità di una redenzione, se la si coglie.
Tante micro storie che fanno da corollario alla macro storia del XX° secolo.
Un affresco familiare e culturale tratteggiato con tatto e sensibilità.
La Casa Della Moschea ci regala pagine che profumano di cardamomo e di the.
Un libro che commuove, che evoca il tepore di casa e dei ricordi.
Un libro che fa bene al cuore.
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LA CASA DELLA MOSCHEA – IPERBOREA – 2020
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