Recensione di La Stanza Profonda – Vanni Santoni


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La Stanza Profonda, di Vanni Santoni, è un piacevole flusso di coscienza. Dalla genesi dei ricordi fino al presente del protagonista e dei suoi amati giochi di ruolo. Spettacolari sono i salti temporali e i mezzi usati per la narrazione.

In La Stanza Profonda, un ragazzo entra in contatto casualmente con una passione e la seguirà fino a quando non gli condizionerà la vita al punto di stufarsi della stessa, ma non potendone fare a meno tornerà sui suoi passi rendendosi conto che una passione non si può abbandonare, mai.

Nella provincia toscana sembra che ci sia di tutto, ma non un gruppo di ragazzi che vogliano diventare personaggi di un gioco di ruolo per un master di appena dieci anni. La ricerca prosegue e si spande in lungo e largo fino ai primissimi tempi dell’università, traguardo del bramato gruppo, zoccolo duro delle riunioni del martedì sera, per il gioco di ruolo del momento. Viene scelto anche il luogo adibito al gioco, una stanza, detta profonda per la posizione e per il piombare nella fantasia più disparata.

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Molti protagonisti orbiteranno intorno alla stanza profonda, anche quelli che non saranno personaggi, ovvero gli esterni al gioco di ruolo che non potranno mai capire cosa sta accadendo nella comunione mentale d’intenti per la visione dell’avventura architettata dal dungeon master.

La Stanza Profonda emana pathos. Tutti i protagonisti sono orchestrati per sviscerare un fenomeno mondiale, quello dei giochi di ruolo. Dalla nascita fino alla classificazione di controcultura per l’assenza di competizione e di ambizioni personali legate allo sviluppo del gioco.

Il gioco di ruolo è spiegato con semplicità. Grazie all’originale narrazione affascinerà anche chi fino al giorno prima di leggere La Stanza Profonda, pensava che Dungeons and Dragons fosse solo una roba da nerd.

Non mancano i colpi di scena e le situazioni al cardiopalma. Così come tutta la storia è sempre sul punto di rivelare qualcosa di inaspettato, come in un lancio di dadi, di quelli da venti facciate per esempio.

Vanni Santoni usa una seconda persona efficace per narrare le vicende. Come se il protagonista stesse in un mondo fantastico superando i capitoli e le punteggiature convenzionali. Trascinando il lettore in una storia senza apparenti riferimenti risucchiandolo nella trama concitata e battente.

La Stanza Profonda è un libro originale con capitoli scanditi dalle capacità del suo “book master” che non annoia mai e nonostante i molti stratagemmi usati si capisce fino in fondo rivelando un’empatia che assorbe il lettore fino alla fine, molto inaspettata.

LA STANZA PROFONDA – EDITORI LATERZA  – 2017

Una risposta

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