Le Sorelle Misericordia comincia con questa scena:
Siamo alla finalissima degli Open di Tennis in Australia. Tennis femminile. C’è una italiana, Laura Cammarata, bravissima.
Laura è la nemesi del suo allenatore, Claudio, tennista mediocre, allenatore competitivo, è la nemesi di Cristiana, sua sorella, malata di SLA che di obiettivi ne ha raggiunti pochi ed è ancora troppo giovane per sopportare l’idea di doversi consumare così, nel “lager” di una malattia degenerativa.
Le Sorelle Misericordia, dunque, sono molto diverse, Cristiana non crede in Dio, la religione è un escamotage emotivo per chi, probabilmente, ha la necessità di completare la sua vita già perfetta con qualcosa che ne sia “sigillo di garanzia”.
Una storia a due voci, dialoghi che riproducono esattamente il ritmo di una partita di tennis.
Perché Laura nel giorno che l’avrebbe consacrata tra le grandi del tennis ha lasciato il campo, ha preso un aereo ed è tornata a casa?
Perché ha visto la Madonna. Sul campo da tennis. Come Senna sulla pista di Montecarlo.
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“ Un mese dopo quella decisione era morta sua madre e lei – oltre il dolore – aveva visto nell’avvenimento un altro segno che avvalorava la sua scelta, incomprensibile per gli altri. Toccava a lei occuparsi di sua sorella, la diagnosi diceva: sclerosi laterale amiotrofica; Cristiana (…) rispondeva di non capire il bisogno di quella cazzata (…) aveva risposto, gelandola: Tu, come gli altri, hai ridotto la religione a una questione privata, isolata, che è dominata dall’egoismo, dalla paura e non dall’amore. Le donne come te confondono il credo con lo shopping”.
Cristiana non può trarre beneficio da quell’amore “obbligato” che non ha potere salvifico, preferisce lasciarsi anestetizzare dai video di Ganson, Machine with Chair.
Un viaggio verso Barcellona sarà il viatico per un recupero di sentimenti, una casa con le finestre sul pesce di Gehry, memento mori involontario, assonanza quasi perfetta a ricordare Gehrig, architetto il primo, padre della Sla il secondo nel suo ruolo di vittima antesignana della malattia (Gehrig giocatore di baseball morto di Sla nel 1939 e per questo, morbo di Gehrig).
Le Sorelle Misericordia è una storia che ci ricorda che “la maggior parte dell’umanità non è capace di vivere nell’imperdonabilità” quindi vengono costruiti recinti di regole che fanno di una finta morale la trappola dei giusti.
Un racconto, come dice Cortàzar, deve essere come un incontro di pugilato che si concluda con un KO…e qui è proprio così!
MARCO CIRIELLO – EDIZIONI SPARTACO – 2017
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