Nanga Parbat di Orso Tosco – Recensione

Nanga Parbat di Orso Tosco – Recensione

Nanga Parbat, una citazione:

“Pochi, davvero pochi sono coloro i quali riescono a sopportare la pressione causata dall’inseguimento di un sogno quasi irraggiungibile. Poche categorie umane rientrano in questa ristretta famiglia. Gli alpinisti e i poeti sicuramente.”

Nanga Parbat racconta l’ossessione dell’essere umano nella ricerca della propria libertà e dei propri limiti.

Il Nanga Parbat non è soltanto una montagna fra le più alte della Terra.

Rappresenta il sogno, il miraggio, possiede una forza magnetica in grado di attrarre con la stessa potenza le persone più diverse.

Orso Tosco racconta con passione le storie delle donne e degli uomini che non si sono accontentati di contemplarlo, e che spinti dal desiderio – o meglio, dall’ossessione – di conquistarne la vetta hanno messo a rischio la propria vita.

Tra la rincorsa ai record, gli affronti alle comunità locali e lo spirito di collaborazione che negli anni ha ceduto il posto a un approccio sempre più individualistico, la storia della sfida dell’uomo alle pareti del Nanga Parbat – qui racchiusa nelle vicende dei più noti alpinisti, da Albert Mummery a Élisabeth Revol, da Simone Moro a Daniele Nardi, da Reinhold Messner a Nives Meroi – è anche e soprattutto la storia dei cambiamenti intercorsi nella nostra società nel corso dell’ultimo secolo.

Con la sua gelida quiete, il massiccio testimonia il mutamento di sguardo dell’uomo, che vi si accosta cercando di risolvere il mistero di quelle altezze assassine dove l’ossigeno viene a mancare.

Un mistero che negli anni è valso al Nanga Parbat molti e inquietanti nomi: la Montagna Nuda, la Montagna Mangiauomini, la Montagna del Diavolo.

“Il Nanga Parbat è nudo proprio perché la ripidità vertiginosa delle sue pareti non consente alla neve di sostare, non le lascia appigli; esattamente come la schiuma dell’onda giganteggia inafferrabile e sovrana sulla testa dei naufraghi, la pietra del Nanga Parbat non tollera rivestimento alcuno che non sia quello capriccioso dei venti.“

Il Nanga Parbat assurge a un Moby Dick di pietra.

Alle testimonianze e ai ricordi di chi ha consacrato la propria vita all’alta quota, Tosco affianca passi di poeti e artisti.

Solo le parole dei visionari, infatti, possiedono la forza necessaria per accompagnarci verso quel punto estremo in cui l’ultimo candore sfiora il cielo.

La natura selvaggia interrompe le comunicazioni con il mondo, ne allenta la presa, si frappone alle pressioni della vita. Le spedizioni alpinistiche, così brutali e pericolose, assumono quindi una dimensione salvifica.

Nanga Parbat è tutto fuorché un reportage su una montagna o un libro sull’alpinismo.

È un’opera ibrida fra saggistica, reportage e letteratura pura, in cui la prosa risulta avvolgente e ariosa al contrario del sincopato e fosco London Voodoo – Orso Tosco.

Ciò che non cambia nell’autore è la grandissima capacità di sondare le profondità dell’animo umano, senza paura e senza preconcetti, sostenendo lo sguardo verso tutto ciò – aspirazioni, ossessioni, sogni, ricordi – che scivola ai margini di un’esistenza ordinaria, normata.

Nanga Parbat è un omaggio alle storie di uomini e donne che hanno deciso di “leggere il manuale dell’infinità”.

Un libro che dà voce al coraggio, quello più intimo e meno appariscente.

Quel coraggio soffuso di consapevolezza che permette di continuare ad amare qualcosa – o qualcuno – malgrado sofferenze, sacrifici o lutti.

E nulla può spingere qualcuno là in cima, in quelle condizioni estreme, se non l’amore.

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NANGA PARBAT – 66THAND2ND – 2023

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