L’ombra Della Montagna è uno di quei libri che non vorremmo finire mai.
Tra stile di scrittura ed empatia, il lettore è catapultato nel mondo di Lin, cioè Shantaram, titolo del primo capitolo della meravigliosa storia di uno scrittore misterioso sempre in bilico tra fantasia e realtà.
Chi ha letto Shantaram sa che parliamo di una letteratura mastodontica, completa, dove le vicende reali e mozzafiato di un evaso dal carcere si mischiano alla sua fantasia e alla sterminata voglia di raccontare una storia con tutti i dogmi canonici.
Ethos e tanathos fanno un girotondo sorridendosi e godendosi l’alternanza nel romanzo, sapendo di comparire quando meno il lettore se lo aspetta.
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L’ombra Della Montagna, cioè questo nuovo capitolo della vita movimentata e tormentata di Lin, inizia a Bombay, dove l’avevamo ritrovato alla fine di Shantaram, con lo stesso empatico stile di scrittura e quei paragoni universali che hanno caratterizzato anche il romanzo precedente.
Karla ha una nuova vita e anche Lin del resto, con quella Lisa libertina che abbiamo conosciuto bene in Shantaram. Il Leopold è sempre il satellite intorno al quale gravitano i suoi amici, tra i quali il valoroso dandy Didier, che lo accompagnerà nella sua nuova avventura ricca come sempre di spunti giornalistici, come nel caso della traversata dei clandestini, vissuta dal lettore come passeggero di un viaggio disperato e insidioso. O come i meccanismi spietati e immorali che regolano un’organizzazione criminale.
In L’ombra Della Montagna, il reale s’intreccia con la fantasia, non sapendo fino a che punto il racconto sia vero oppure inventato.
E’ così che l’autore mantiene quell’aura di mistero che ha sempre caratterizzato la sua vita di carcerato prima e quella di scrittore oggi. Signori, Lin è tornato ufficialmente. Chissà che sia l’ultimo capitolo della saga di Shantaram oppure ne arriverà un terzo.
L’OMBRA DELLA MONTAGNA – NERI POZZA – 2015
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