Recensione di Bererosa 2019

Recensione di Bererosa 2019

Bererosa 2019, la manifestazione dedicata all’universo enoico in rosa d’Italia e organizzata dalla rivista “Cucina e Vini”, è stata ospitata negli splendidi saloni affrescati e gli ariosi giardini di Palazzo Brancaccio

Oltre 70 le case vinicole presenti disposte in diverse postazioni di assaggio, con più di 200 etichette di vini rosati, sia fermi che mossi. Corpose la rappresentanza della Puglia e dell’Abruzzo nonché un nutrito plotone di bollicine en rose dalla Lombardia e dal Veneto.

Per Bererosa 2019, ci siamo affacciati lo scorso 2 luglio nei cortili di Palazzo Brancaccio, trovando ristoro per membra e ugole dalla calura dell’estate romana.

Arrivati nel tardo pomeriggio, quando gli ambienti non erano troppo affollati, abbiamo potuto dedicarci con calma e certosina cura agli assaggi di queste eccellenze italiane.

La produzione italiana, infatti, si colloca nel solco della massima qualità, incentrandosi essenzialmente su vini Doc o Igt, e incontra il sempre maggiore entusiasmo nel palato dei consumatori e l’interesse sempre più marcato di ristoratori e enotecari, che vedono in Bererosa un’occasione per scoprire e acquisire nuove etichette. Ma anche un’opportunità per sensibilizzare il grande pubblico al consumo di vino rosa tutto l’anno, non solo durante il periodo estivo.

Il vino rosa si dimostra infatti sempre più versatile, eclettico e trasversale, capace di coprire una gamma di sfumature sempre più ampia, soddisfacendo ogni tipologia di gusto ed ogni accostamento alimentare

Quattro, inoltre, le postazioni di street food presenti, per accompagnare con briosa sostanza le degustazioni: Il Maritozzo Rosso (maritozzo romano in versione gourmet), Meglio Fresco Pescheria (selezione di crudi e cotti di pesce), La Bottega dell’Oliva Ascolana (direttamente da Ascoli Piceno) e Optymum (taglieri di salumi e formaggi).

Ulteriore nota di merito della manifestazione: oltre alla professionalità ed alla cortesia di tutti gli addetti ai lavori, presso ogni postazione erano sempre presenti dei tocchi di pane per poter “ammortizzare” gli assaggi.

Ecco la lista, che non rappresenta in alcun modo una classifica, dei vini che ci sono più piaciuti (clicca sull’immagine per ingrandirla):

 

Franciacorta DOCG Rosè – Uberti (Lombardia) (se vuoi lo compri QUI)

Siclì DOC Chiaretto di Moniga – Monte Cicogna (Lombardia)

Franciacorta Rosè Brut “Freccianera” 2014 – F.lli Berlucchi (Lombardia)

Aglianico Rosato 2018 IGP Rocca Monfina – Le Torelle (Campania)

Brut Riserva Filanda Rosè – Bortolomiol (Veneto) (se vuoi lo compri QUI)

Rosa di Bosco Colline Pescaresi Igp 2018 – Bosco Nestore (Abruzzo)

Rosato del Salento 2018 – Mottura (Puglia)

Rohesia Brut Rosè Metodo Classico 2015 – Cantele (Puglia)

Abruzzo DOC Spumante Brut Metodo Italiano – Eredi Legonziano (Abruzzo)

Pungirosa Castel Del Monte Bombino Nero DOCG 2018 – Rivera (Puglia)

Brut Rosè Metodo Classico – d’Arapri (Puglia) (se vuoi lo compri QUI)

Stilrose Riviera del Garda Classico Chiaretto DOC – Santa Margherita (Veneto)

Muntobe Rosè – Azienda Montecappone (Marche)

Piemonte DOC Rosato – Batasiolo (Piemonte)

Bolle di Borro Rosè Metodo Classico 2012 Brut – Il Borro (Toscana)

Rosato San Lorenzo Igt Colli Aprutini – San Lorenzo Vini (Abruzzo)

Opera Umbria IGT Rosè – Feudi Spada (Umbria)

(Gli inviati Gabriela Saraullo e Michele Berretta)

BEREROSA 2019 – ROMA

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