Recensione di Eureka Street – Robert McLiam Wilson


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Eureka Street. Una via come tante di Belfast. O Forse no.

Una via dove si concentrano tutte le contraddizioni di questa città. Una via degna di Belfast. Forse sì.

Veramente scorrevole il romanzo di Robert McLiam Wilson. Una scrittura dinamica, giovanile, al passo con i tempi.

In Eureka Street si riesce a trovare veramente di tutto. Amicizia, povertà, successo, sogni infranti, delusione, superficialità, droga. Amore. Perfino sesso.

D’altra parte, il dettagliato racconto della vita dei due protagonisti principali, il cattolico Jake e il protestante Chuckie, permette di rimanere incollati al romanzo. Le vicende dei protagonisti si susseguono in maniera veramente divertente, assurdità e risate non faticavano ad arrivare.

È un rompicapo di emozioni che scorrono fino all’ultima riga.

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Ma l’ilarità, a tratti, lascia, spazio alla disperazione degli abitanti di “Béal Feirste”: “…tetre schiere di case grigie, gente pallida e stanca, una miseria indomabile, odore di muffa e di stenti ovunque.”

Già, gli stenti.

Come non risulta difficile scorgere la dura critica dell’autore alla lotta armata. McLiam Wilson ci va giù, nemmeno troppo velatamente: “…Belfast parla chiaro. Le bandiere, le scritte sui muri e i fiori sui marciapiedi parlano chiaro. È una città in cui la gente è pronta a uccidere e morire per pochi brandelli di stoffa colorata.”

“Un’assurdità, un rompicapo che avvelena il sangue, una spirale senza fine che impedisce ogni cambiamento.”

Incredibile è l’elogio dello scrittore irlandese alla propria città. Risulta quasi commovente. La cornice intorno alla quale si intrecciano le bizzarre vicende dei ragazzi è piena di adorazione verso le strade che gli ricordano la propria adolescenza.

Così, l’affetto per Belfast trasuda ovunque:

“Una città fatta di spine dorsali, reni, cuori, fegati e polmoni. A volte questa fragile città di carne e di ossa mi sommerge di tenerezza. Mi sembra che nessuna violenza potrà ferire questi corpi che la abitano e che mi appartengono un po’ perché sono nei miei pensieri.”

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Eureka Street sembra urlare forte una voglia di rivalsa. Una voglia di scappare via dalle inevitabili difficoltà della stragrande maggioranza degli abitanti del proletariato nordirlandese. Dei cittadini di serie b.

In uno scenario di metà anni ’90, dove bombe e attentati sembrano lasciare spazio a tregue e cessate il fuoco, “Belfast è una città a cui hanno strappato il cuore.”

Ma è anche un’esplosione di amore. Forse perché, l’amore non è mai abbastanza quando anche l’aria ha il sapore dell’odio. D’altra parte lo sanno bene Jake, Chuckie, Max, Aoirghe, Slat, Peggy.

“Belfast non è altro che un intrico di strade e collinette, un sussurro di Dio.”

EUREKA STREET – FAZI EDITORE – 2015

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