Recensione di Il Piccolo Di Papà – Tony Doherty


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Il Piccolo Di Papà è un libro che non lascia indifferenti, non può farlo.

Il bambino Tony Doherty vive a Brandywell, nel quartiere working class di Derry, in Irlanda del Nord. Famiglia umile ma dai valori consolidati: qui la fratellanza è la benzina che ti fa andare avanti con dignità.

Nella Derry di fine anni ’60, la vita è un eterno conflitto: emozioni, resistenze, scelte, conseguenze.

E in questo scenario, solo gli occhi di un bambino possono diffondere leggerezza. Permettono di osservare il mondo senza filtri, di fotografare la realtà priva di qualsiasi contaminazione. Gli occhi di un bambino sono sinceri, limpidi come il mare.

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I genitori, Patsy e Eileen sembrano vivere la tipica esistenza irlandese. Sei figli, lavoro dignitoso, amicizie indelebili.

Tony non sa ancora cosa sia la sofferenza, è un bambino come tanti. Con gli altri marmocchi passa il tempo per strada, divertimenti semplici. Roba vecchie maniere. Risate, sberle e la vita scorre pulita, limpidissima.

Il Piccolo Di Papà racconta anche il momento del cambiamento. Quando l’apparente tranquillità subì un arresto proprio a ridosso degli anni ’70. La limpidezza della vita sembrò inquinarsi con l’arrivo dell’esercito inglese, inviato per proteggere la comunità nazionalista, minacciata dai vicini dell’altra barricata: gli unionisti fedeli alla corona britannica.

All’inizio la convivenza con i militari fu una pura formalità: “…i soldati divennero l’attrazione di Hamilton Street: giocavamo a pallone nei paraggi, alla fine della strada anziché all’inizio, e a turno le donne, inclusa mia madre, portavano loro tè, panini e tramezzini.”

Ben presto, l’astio fece capolino tra le polverose strade su al Nord. Si arrivò ad uno scontro inevitabile con la popolazione locale: “Uno di loro alzò lo sguardo verso di me e mi fece cenno di indietreggiare e nascondermi; io però, in risposta, gli mostrai il medio e lui rise.”

Poi, il 30 Gennaio 1972. Quel maledetto giorno cambiò la vita di molte famiglie irlandesi. I soldati del Primo Battaglione Paracadutisti dell’esercito britannico aprirono il fuoco dinanzi ad una folla inerme scesa in piazza per rivendicare i diritti civili per la comunità nazionalista. 14 furono le vittime.

Patsy era alla marcia. Tony era solo un bambino e non era pronto per una simile perdita: “Sentii qualcosa agitarsi dentro, tra il cuore e lo stomaco, e misi una mano sulla pancia.”

Il Bloody Sunday rappresentò una sorta di punto di non ritorno. La violenza generò violenza. Ma il dolore rimase tale, una cicatrice indelebile. Quel tragico evento segnò uno spartiacque nella storia d’Irlanda.

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Il testo è piacevole nella lettura, si divora in fretta. Strappa sorrisi e scalda il cuore.

Il Piccolo Di Papà è un tesoretto da conservare. Se si apre il coperchio esce tutto il bello dell’adolescenza. Spensieratezza, ingenuità, la giusta imprudenza. Quanto vissuto e raccontato in prima persona dall’autore.

Perché un bambino ha gli occhi sinceri, ha gli occhi di chi non ha ancora assaggiato l’amarezza della vita.

Perchè Tony, era solo un bambino: “Mi mancheranno le tue dita ingiallite per il fumo, dissi a papà nella mia mente.”

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